Bentornata Venere!
Torna ad essere visibile in cielo, subito dopo il tramonto, il pianeta Venere. Dove trovarlo e come osservarlo? Lo scopriremo in questo articolo.
In questo periodo Venere inizia a diventare ben visibile al tramonto. Essendo Venere un pianeta con un’orbita interna alla nostra, non vedremo mai Venere in cielo per tutta la notte ma sempre e solo qualche ora dopo il tramonto o qualche ora prima dell’alba. Per questo motivo Venere, se visibile la sera è noto come “la stella della sera” o “vespro”, mentre quando visibile la mattina come “stella del mattino” o “lucifero”, cioè portatore di luce. Fu Pitagora a capire che la stella del mattino fosse lo stesso oggetto chiamato stella della sera, identificandolo quindi con il pianeta Venere.
Da questo mese e fino a dicembre, Venere ci farà compagnia dopo il tramonto. In particolare, oggi Venere e la Luna appariranno in congiunzione: cioè molto vicini. Basterà osservare il cielo nella zona in cui il Sole è andato a tramontare non appena arriva il crepuscolo. Si vedrà una sottilissima falce di Luna e appena più basso un punto molto lumino: quello sarà Venere!
Non perdete di vista quel punto, provateci ad osservarlo anche nei giorni a venire. Già domani noterete come la Luna avrà cambiato forma e posizione, e seguendo Venere, questo nei mesi prossimi si allontanerà sempre più dal Sole per diventare sempre più luminoso.
Se oltre a poterlo osservare ad occhio nudo, avete a disposizione anche un piccolo binocolo o un telescopio, allora vi renderete conto di una particolare anomalia (ben visibile soprattutto nei prossimi mesi e non tanto ora a giugno): Venere non appare come un pallino illuminato in cielo. Venere, infatti, presenta delle fasi esattamente come fa la Luna! Ovviamente ogni pianeta è in prima approssimazione una sfera e tutti i pianeti sono sempre illuminati per metà dal Sole e in ombra nell’altra metà. Venere però lo stiamo osservando da un’orbita esterna. In questo modo, dal nostro punto di vista, sarà visibile sia parte della zona illuminata che parte della zona in ombra. A seconda della posizione reciproca tra Venere, Terra e Sole noi vedremo una porzione più o meno grande di Venere illuminata e questo dà origine al fenomeno delle fasi. La Figura 1 mostra schematicamente questo fenomeno.
Chi fu il primo ad osservare le fasi di Venere? Ovviamente il primo che gli puntò un telescopio contro: Galileo Galilei. Vi racconto quindi un simpatico aneddoto. Per non perdere la paternità di questa clamorosa scoperta, secondo usanze del tempo, Galilei decise di divulgare, in modo segreto, questa sua scoperta inviando a vari amici un anagramma contenente la scoperta stessa: “Haec immatura a me iam frustra legantur o, y;”. Solamentequando Galilei fu certo delle sue osservazioni la soluzione dell’anagramma “Cynthia figuras aemulatur mater amorum; (la madre dell’amore, Venere , mostra delle fasi simili a Cynthia, la luna)” fu resa pubblica. Se qualcun altro, infatti, fosse uscito allo scoperto con la stessa osservazione, Galilei poteva dimostrare comunque di essere stato il primo grazie agli anagrammi inviati ad altri illustri conoscenti e ai timbri su esse presenti. Tra i vari destinatari c’era anche Keplero, un grande appassionato di anagrammi. Keplero tentò in tutti i modi di risolvere l’anagramma di Galilei, e la soluzione più convincente che poté trovare fu: “Macula rufa in Iove est gyratur mathem ecc.” (C’è una macchia rossa in Giove che gira matematicamente). Ovviamente la soluzione dell’anagramma era errata, ma straordinariamente questa soluzione errata anticipò una scoperta astronomica che arrivò oltre 270 anni dopo, nel 1885, e cioè che su Giove è effettivamente presente una macchia rossa: incredibile coincidenza.
Cieli sereni e stellati!
Articolo a cura di Andrea Alimenti