GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE

Condividi con:

Avv. Emilia COLAIUTA

All’interno del sistema economico globale il ricorso a soluzioni mediante il modello “green economy”, in alternativa agli altri precedenti tipi di sviluppo di economia ambientale, rappresenta un valido strumento finalizzato al perseguimento della tutela della salute dei cittadini e dell’habitat naturale, nonchè della salvaguardia della crescita economica del Paese.
Si tratta di una vera e propria rivoluzione del concetto di sviluppo sostenibile che, in via prioritaria, prevede la lotta alle emissioni di gas serra attraverso un meccanismo in grado di procurare aumento di efficienza energetica e produzione mediante uso di fonti rinnovabili meno impattanti con l’ambiente, attraverso un percorso di analisi bioeconomica per la valutazione dei danni ambientali collegati all’intero ciclo di produzione e trasformazione delle materie prime pericolose, a partire dal momento iniziale della loro estrazione fino al loro corretto smaltimento o al riciclaggio del prodotto finito.
In un primo momento la definizione “green economy”, che tradotta in italiano significa “economia verde”, è stata collegata al modello prettamente teorico di sviluppo sostenibile economico utilizzato per confrontare esclusivamente i benefici derivanti dal progresso produttivo rispetto alle conseguenze causate sull’impatto ambientale.Oggi la situazione è decisamente cambiata, in quanto il modello da teorico è diventato pratico ed è considerato un punto di interesse strategico a livello mondiale, collegato a metodi di crescita sostenibile delle aziende e degli investimenti green.
Le modalità di produzione e consumo attualmente sono realizzate mediante uso di tecnologie sempre più innovative riferite ad una politica globale di transizione ecologica verso utilizzazione di fonti di energie rinnovabili e meno inquinanti che, tral’altro, prevedono la decarbonizzazione e dismissione dei combustibili fossili e delle materie prime dannose.
L’Unione Europea è all’avanguardia in questo processo di politica ecologico/energetica per la riduzione di fattori inquinanti e cerca di sollecitare comportamenti corretti degli Stati membri anche mediante incentivazioni fiscali per il miglioramento dell’efficienza energetica per edifici destinati sia a private abitazioni che ad attività turistico ricettive, nonché per combattere sprechi attraverso uso di tecnologie avanzate di riciclo dei rifiuti e applicazione di modalità di “economia circolare” in vari settori, compreso quello alimentare.
L’italia, in adesione alla legge quadro di politica comunitaria, ha predisposto il proprio corpo normativo di riferimento, realizzando riforme necessarie per favorire lo sviluppo di questo modello di economia “green”. L’ambizioso progetto nazionale è iniziato con la modifica della denominazione dell’ex Ministero dell’Ambiente , poi divenuto della Tutela del Territorio e del Mare, ora definito “Ministero della Transizione Ecologica”.
Non si tratta di un semplice cambiamento di nome, ma di attribuzione di competenze specifiche per la gestione amministrativa e contabile delle maggiori risorse finanziarie assegnate nei settori dell’energia e della sicurezza. Il Ministero, al fine di prevenire e contrastare i cambiamenti climatici e per favorire la concreta crescita economica dell’Italia in modo sostenibile, ha predisposto un piano di sviluppo di intelligenza artificiale con sistemi di digitalizzazione per attività degli uffici ministeriali, per attività di monitoraggio del territorio nazionale, per la rete dei Parchi e per altre procedure di analisi e metodologie applicative nel settore bioeconomico.
Quindi, le basi per la sfida al cambiamento climatico sono state predisposte. Ora il Ministero della Transizione Ecologica, congiuntamente agli altri organi nazionali competenti, dovranno attuare in concreto strategie di crescita sostenibile delle aziende e degli investimenti “green” tramite una coordinata politica energetica di integrazione digitale delle tecnologie disponibili.
Al fine di elaborare azioni strategiche valide per la prevenzione e la predisposizione di piani e programmi, dovranno essere definiti progetti, strumenti di controllo, interventi ed attività per screening, scoping con stima degli impatti sulla salute umana e sull’ambiente, reporting periodica dei dati relativi alla gestione e sull’andamento delle aziende, monitoraggio, valutazioni e decisioni finali, oltre fornitura di comunicazioni scientifiche alla popolazione sugli eventuali pericoli e sulla trasparenza dei costi programmati per la realizzazione dei singoli interventi.

La Cisl di Latina, in virtù dell’importanza della tematica, ha costituito il Dipartimento per le Politiche Europee, inerenti il settore della Green Economy, realizzando una rubrica che vedrà la pubblicazione periodica di articoli inerenti il settore, che daranno un contributo affinché si realizzino sul territorio le condizioni ottimali di sviluppo di tale modello. La rubrica vedrà la collaborazione dell’Avvocato Emilia Colaiuta. La Segretaria Ust Cisl Latina
Claudia Diana

Ti piace questo post?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.