Variante indiana: parliamone
Due mutazioni già note e isolate da tempo sarebbero le principali cause di questa impennata dei casi: E484Q e L452R, le quali per la prima volta compaiono insieme contribuendo a causare la drammatica ondata che sta devastando l’India. La prima mutazione potrebbe aumentarne la trasmissibilità (è comune alla variante «californiana», diffusa in Usa e più contagiosa), mentre la seconda potrebbe conferirle il potere di parziale evasione immunitaria, di aggirare cioè l’effetto del vaccino. Secondo i primi dati di Israele, il vaccino di Pfizer sarebbe comunque parzialmente efficace. Anche i primi test di neutralizzazione sul vaccino indiano Covaxin hanno mostrato una buona risposta. Al di fuori dell’ India, per adesso, avrebbe una diffusione limitata: qualche centinaio di casi in Europa e alcune migliaia nel mondo. Allora perché tutto questo allarmismo?
I numeri che ci giungono dall’india sono spaventosi: 17 milioni di contagi totali e 192mila morti. Ogni giorno i casi sono più di 300mila e i decessi ben oltre i 2mila. Numeri alla mano però, va certamente considerato che l’India ha 1 miliardo e 400 milioni di abitanti e la percentuale di morti rimane inferiore a quella che abbiamo in Italia (con 2-300 morti al giorno per 60 milioni di abitanti), pur essendo stata vaccinata una piccola parte della popolazione indiana (130 milioni di dosi somministrate, ma solo 13 milioni di persone hanno ricevuto anche il richiamo).
Ad oggi non ci sono studi conclusivi che ne indichino il livello di trasmissibilità e letalità superiore ad altre mutazioni già ben osservate, ma possiamo presumere che – come la variante inglese – abbia una capacità di diffusione piuttosto elevata. Il fatto che sia stata individuata in India non significa che lì abbia preso il sopravvento.
«La prevalenza della B.1.617 in India è al momento inferiore al 10 per cento e in altre aree del mondo si vedono casi sporadici – afferma Carlo Federico Perno, direttore dell’Unità di Microbiologia all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma -. La situazione in India è drammatica, ma non a causa della variante. Il motivo è che, nel momento in cui i contagi sono temporaneamente calati, il virus è stato lasciato libero di correre, togliendo tutte le restrizioni. Quanto sta accadendo dunque era totalmente atteso. Sottolineo che stiamo parlando di una variante e non di un ceppo di virus nato a seguito della vaccinazione per tentare di aggirarla».
È dal 10 marzo che nel nostro Paese, dopo il ritorno di alcuni turisti dall’India, è stata registrata la presenza della variante – precisamente a Firenze. Poste immediatamente in isolamento, sono state prontamente allertate le autorità sanitarie.
Articolo a cura di Lorenzo Cedrone