Covid: approvato dal governo il decreto per le nuove misure in vigore dal 7 al 30 aprile
Il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo decreto che proroga il dpcm dello scorso 2 marzo e prevede una stretta anti Covid per il prossimo mese. Il nuovo provvedimento appena varato dal governo sarà valido a partire dal 7 dopo le vacanze di Pasqua,fino al 30 aprile.
Nel testo c’è lo stop alla zona gialla in Italia fino al 30 aprile, anche se possono essere possibili deroghe. Questa norma è stata motivo di scontro nel Consiglio dei ministri, perché il centrodestra, e la Lega in particolare, avevano chiesto l’introduzione di un meccanismo automatico che permettesse il passaggio in fascia gialla, e quindi la riapertura di bar e ristoranti a pranzo, con i dati in miglioramento. Per Salvini, come ha detto alle telecamere di Fanpage.it questo pomeriggio, si tratta di “una scelta politica e non scientifica. Io mi aspetto che il Consiglio dei ministri prenda una scelta in base ai dati scientifici, come ha detto il presidente Draghi”.
Tutta Italia sarà rossa o arancione. Il governo si riserva però la possibilità di aggiornare queste misure nelle prossime settimane, con una nuova deliberazione del Cdm, senza quindi un nuovo decreto, ma solo se i dati dei contagi e l’avanzamento del piano vaccinale lo consentiranno. A quanto si apprende il Carroccio però è intenzionato a chiedere settimana per settimana al governo una deroga per tutti i territori con numeri da zona gialla.
Le misure previste dal decreto per la zona rossa si applicano anche nelle Regioni in cui l’incidenza cumulativa settimanale dei contagi è superiore a 250 casi ogni 100mila abitanti, sulla base dei dati validati dell’ultimo monitoraggio settimanale disponibile.
Scuola
Gli studenti fino alla prima media torneranno fra i banchi dal prossimo 7 aprile, in tutta Italia. Nella bozza si legge che” lo svolgimento dei servizi educativi per l’infanzia e dell’attività scolastica e didattica della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e del primo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado, cioè la prima media. La misura non puo’ essere derogata da provvedimenti dei presidenti delle Regioni”. E sempre in fascia rossa prosegue la didattica a distanza per i ragazzi del secondo e terzo anno delle medie e per quelli della scuola secondaria di secondo grado.
Per quanto riguarda invece le zone gialle e arancioni è prevista la didattica totalmente in presenza per gli studenti della seconda e terza media. In queste aree è prevista invece l’adozione di forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica, con la scuola in presenza assicurata per “almeno il 50%, e fino a un massimo del 75%” della popolazione studentesca; gli altri faranno lezione a distanza.
Visite ad amici e parenti
Fino al 30 aprile nelle zone rosse non è permesso andare a trovare parenti o amici una volta al giorno e in massimo due persone (oltre ai minori di 14 anni conviventi) come invece sarà consentito nel weekend di Pasqua e Pasquetta, quando tutta Italia sarà in rosso. Questa possibilità è prevista invece in zona arancione, ma solo una volta al giorno e sempre in non più di due persone, all’interno del proprio Comune di residenza.
Scudo penale per medici e infermieri vaccinatori
Nel decreto è stato introdotto il cosiddetto scudo penale. In pratica la punibilità dei medici e infermieri, o chiunque altro somministri il vaccino anti Covid, è esclusa “quando l’uso del vaccino è conforme alle indicazioni contenute nel provvedimento di autorizzazione all’immissione in commercio emesso dalle competenti autorita’ e alle circolari pubblicate sul sito istituzionale del ministero della Salute relative alle attività di vaccinazione”. Il testo interviene sugli articoli 589 e 590, cioè l’omicidio colposo e lesioni personali colpose.
Obbligo vaccinale per i medici
Nel testo è stato inserito l’obbligo di vaccinazione anti Covid per medici e personale sanitario che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, farmacie, parafarmacie e studi professionali. La vaccinazione non è obbligatoria o può essere omessa o differita, si legge nella bozza, “solo in caso di accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestato dal medico di medicina generale”.
Articolo a cura di Marco Luppi