Dalla scuola “di nicchia” ad una scuola amica della diversità.
Sempre in riferimento ad un’analisi riguardante i vari contesti scolastici, è possibile sostenere che, ad oggi, la scuola è in grado di modellarsi a partire da orizzonti molto vasti e diversificati.
Ma è stato sempre così?
La risposta a tale quesito, purtroppo, non include risposte positive. L’attuale apertura verso la diversità (sia essa culturale, sociale o personale) è il risultato di una graduale trasformazione che inizialmente non includeva tutto ciò.
Si pensi, con riferimento ad una piccola parentesi alla storia della scuola, che fino al secolo scorso l’impostazione scolastica concepiva l’obiettivo formativo degli alunni come un semplice percorso di nicchia: avanzava soltanto chi apparteneva a classi sociali elevate (data la poca istruzione di allora, si può ben dedurre il numero di quanti effettivamente riuscivano a concludere gli studi).
Proprio riguardo questa tematica così delicata, allora, è impossibile non citare il celebre scritto di Don Milani “Lettera a una professoressa”, pubblicato nel maggio del 1967, nel cui testo sono riportate le testimonianze e l’impegno di ragazzi appartenenti a classi sociali poco elevate che erano del tutto esclusi dal percorso scolastico. L’analisi del libro può essere un buon punto di partenza per affrontare il tema oggi oggetto di discussione: l’intercultura.
Qual è la relazione tra discriminazione sociale e quella culturale?
Una delle possibili risposte prevede di cercare che cosa si celi dietro a quella stessa discriminazione e la risposta nella maggior parte dei casi è svelata da un’emozione soltanto: la paura.
Quante persone hanno per anni avuto paura delle persone speciali? (o comunemente conosciute come disabili) Tantissime!
La diversità spaventa eppure le ondate migratorie sempre più massicce degli ultimi periodi stanno portando ad affrontare nuove sfide in campo di integrazione. È così che “l’altro da me” inizia ad essere visto come una persona da comprendere piuttosto che emarginare e la stessa diversità può porsi come conquista piuttosto che perdita.
In questo breve testo si è accennato ad alcune delle grandi tematiche riguardanti la diversità (sociale, personale e culturale) per voler porre l’accento sulla bellezza di tutte quelle dimensioni che vivono attivamente dentro la scuola, la quale, d’altro canto, non può fare a meno di esaltare e valorizzare.
Nel prossimo articolo si affronterà ancora meglio il processo storico, e non solo, che ha dato vita all’attuale processo interculturale di cui tutti noi siamo partecipi.
Articolo a cura di Ilaria Genovesi