Alexandria Ocasio-Cortez, la deputata americana che è sopravvissuta a una violenza sessuale
La deputata americana in una live su Instagram ha raccontato come l’assalto al Campidoglio avvenuto il 6 gennaio, dov’era presente, ha sbloccato un ricordo ben più grave e profondo.
“Sono una sopravvissuta a una violenza sessuale. E non l’ho detto a molte persone nella mia vita”. È un racconto interrotto dalle lacrime quello in cui la deputata americana Alexandria Ocasio-Cortez, mentre ripercorre quegli istanti carichi di tensione e paura a Capital Hill, ricordando come sia tornata a galla anche la paura legata al trauma di aver subìto in passato un’aggressione sessuale.
Nel suo racconto la 31enne Ocasio-Cortez racconta di essersi nascosta nel bagno del suo ufficio al Campidoglio mentre sentiva dei colpi sui muri e un uomo che urlava: “Dov’è lei? Dov’è lei?”. E parlando dell’aggressione sessuale subìta in passato, spiega: “Quando subiamo un trauma, i traumi si accumulano”. “Ho capito subito che non sarei dovuta andare in bagno. Sarei dovuta andare nell’armadio. Poi ho sentito che chiunque stesse cercando di entrare era entrato nel mio ufficio. Mi sono resa conto che era troppo tardi”. Alla fine, continua Ocasio-Cortez, un membro dello staff le ha detto che era sicuro uscire dal bagno dove si era nascosta, e un agente di polizia del Campidoglio era nel suo ufficio. L’incubo era finalnente finto. Lei e il suo team hanno lasciato l’ufficio e si sono rifugiati negli uffici della rappresentante della California Katie Porter, in preda comunque all’esagitazione del momento
Nella live, Ocasio-Cortez si è detta avvilita perché le è stato chiesto di “andare avanti” dopo l’attacco al Campidoglio, paragonandolo alle parole ascoltate da molti sopravvissuti a violenze sessuali. “Queste persone ci dicono di andare avanti – dice – che non è un grosso problema, che dovremmo dimenticare quello che è successo, dicendoci persino che dovremmo scusarci, queste sono le stesse tattiche degli aggressori. O meglio, sono le tattiche che gli aggressori usano”. “E così – continua – quando lo vedo accadere, come mi sento, come mi sono sentita è stato: ‘Non ancora’. Non lascerò che accada di nuovo. Non lascerò che accada di nuovo a me. Non lascerò che accada di nuovo alle altre persone che sono state di nuovo vittime di questa situazione. E io non lascerò che questo accada al nostro Paese. Non lo lasceremo accadere”.
“Per così tante persone là fuori se hai subito qualsiasi tipo di trauma, il solo fatto di riconoscerlo e ammetterlo è già un enorme passo – prosegue Ocasio-Cortez – Soprattutto in un mondo in cui le persone cercano costantemente di dirti che non hai sperimentato ciò che hai vissuto o che stai mentendo. O che, sai, quelli sono traumi aggiuntivi oltre a quello che hai già sperimentato, giusto, se sei sopravvissuto a un abuso, a un abbandono, a un abuso verbale, a una violenza sessuale, sai, c’è il trauma di affrontare quello che hai passato”. “E poi c’è il trauma delle persone che non ti credono, o che cercano di umiliarti pubblicamente, o che cercano di metterti in imbarazzo – conclude – E anche questo viene interiorizzato, perché molte volte non ci vuoi nemmeno credere. Non vuoi pensare che ti sia successo. Non vuoi pensare che quella persona ti abbia ferito. Non vuoi ammettere di essere una persona che ha subito abusi, aggressioni, perché non vuoi essere ‘una vittima’, giusto?”.
Articolo a cura di Lorenzo Cirelli