Covid-19, l’Aifa autorizza la cura con gli anticorpi monoclonali in Italia
Dopo mesi di reticenze e ritardi anche nel nostro Paese è stato dato il via libera all’utilizzo del trattamento – ma con alcune condizioni e per una categoria limitata di pazienti
Finalmente ci siamo. Dopo che per settimane l’Aifa (Agenzia italiana del Farmaco) aveva negato su un loro possibile utilizzo, l’incontro tenutosi ieri tra l’Agenzia, il Comitato tecnico scientifico e alcune aziende si è concluso con esito positivo: anche nel nostro paese gli anticorpi monoclonali potranno essere utilizzati per la cura del Covid-19. Il trattamento, già utilizzato da diverso tempo in America, Inghilterra, Ungheria, Francia, Israele e Germania, è così stato riconosciuto anche in Italia, ma con alcune condizioni: i farmaci autorizzati – per il momento – saranno due, quelli prodotti da Regeneron e da Ely Lilly.
Gli anticorpi monoclonali sono forme semi-sintetiche prodotte in laboratorio dei veri anticorpi neutralizzanti presenti nell’organismo umano, i quali sono parte fondamentale della risposta immunitaria all’invasione di un agente estraneo, come ad esempio virus e batteri; sono quindi proteine che vengono prodotte per legarsi al “nemico” e neutralizzarlo. Nel caso dell’infezione da coronavirus Sars-CoV-2, sono stati sviluppati partendo dal plasma di chi ha contratto la malattia Covid-19 ed è poi guarito.
Nello specifico, quelli prodotti dal colosso americano Regeron sono in grado di ridurre la carica virale in modo significativo: stando a quanto recentemente reso noto dall’azienda, Regen-Cov sarebbe in grado anche di ridurre il 50% il rischio di contrare l’infezione. I dati, inoltre, indicano che il farmaco può allo stesso tempo ridurre la carica virale dei soggetti infetti. Per quanto riguarda Bamlanivimab invece, prodotto da Eli Lilly and Company a Latina, gli studi mostrano un’efficacia del 72% nel ridurre il rischio di ospedalizzazione per i pazienti con sintomatologia moderata. Proprio quest’ultimo era stato offerto in sperimentazione gratuita ad ottobre, incontrando però forti resistenze da parte del regolatore: reticenze che oggi sono finalmente cadute.
Il confronto creatosi sull’efficacia di questa cura – e dunque sulla necessità di autorizzarla al più presto – tra l’Ema e l’Aifa stava andando per le lunghe, ma le pressioni di scienziati, esperti e del Ministro della Salute Roberto Speranza in prima persona hanno evidentemente fatto la differenza. Anche a livello cittadino era recentemente partita una mobilitazione che sarebbe culminata in un flash mob in Piazza del Popolo nella giornata di sabato: l’idea di attività chiuse e di cittadini barricati in casa mentre dallo stabilimento di Latina usciva il farmaco più promettente contro il virus non era andata giù a molti, i quali si erano immediatamente dimostrati entusiasti dell’iniziativa organizzata dal Segretario Generale della Cisl di Latina, Roberto Cecere. Se l’Italia non si fosse mossa in tempo sarebbero state occupate tutte le linee di produzione, una beffa non da poco visto che proprio uno dei due anticorpi viene prodotto nella nostra Provincia, a pochi passi da noi. Fortunatamente, tali pressioni hanno scongiurato il pericolo: da oggi anche l’Italia darà il via all’utilizzo del trattamento, per il bene di tutti i cittadini.
Articolo a cura di Fabrizio Scarfò