Lo “strano” caso di Phineas Gage
Era il 13 ottobre del 1848 quando un Phineas Gage si ritrovò coinvolto in un terribile incidente. Durante la costruzione di una ferrovia l’esplosione di un masso fece sì che una lunga barra di ferro si conficcasse nel suo cranio lasciandolo apparentemente senza speranze. In realtà pochi minuti dopo l’incidente Gage si rialzò tranquillamente comportandosi come se niente fosse accaduto.
Il giovane operaio infatti sopravvisse allo ‘spiacevole’ inconveniente riportando solo una grave ferita all’occhio ma nessun tipo di danno cerebrale… o almeno così sembrava essere!
Solo dopo la “completa” guarigione della ferita infatti iniziarono a manifestarsi i primi sintomi.
Fino al giorno dell’incidente Phineas veniva descritto come un giovane molto socievole, educato e collaborante ma una volta guarito il suo carattere e i suoi modi gentili si capovolsero: infatti l’uomo divenne un uomo irascibile, maleducato, incline alla blasfemia e dal carattere imprevedibile.
Il medico che allora lo seguì sotto un punto di vista medico, il dottor John Martin Harlow, riportò solo descrizioni molto dettagliate delle ferite subìte al cranio e al volto e gli interventi che aveva effettuato senza però citare alcun particolare riguardante i danni neurologici che la barra di ferro causò nel momento in cui attraversò il cranio.
Solo qualche anno fa si cercò di fare luce sul mistero riesumando il corpo e analizzandolo sotto la luce della medicina moderna: venne quindi ricostruito il cranio e si cercò di capire prima di tutto quali furono i fattori che permisero all’uomo di sopravvivere.
Furono diverse le ipotesi messe al vaglio dagli esperti ma la soluzione più concreta fu quella che tenne conto delle dinamiche dell’incidente e della forma del punteruolo; nonostante la barra fosse di dimensioni e peso notevoli, era molto liscio e quindi non aveva provocato nessuna compressione di lunga durata sul cervello, trapassandolo in modo lineare senza intaccare nessuna parte vitale ma soprattutto senza colpire il seno sagittale superiore, uno dei più importanti canali venosi presenti nel cranio. Ad essere invece colpite furono alcune zone cerebrali responsabili dell’emozioni e del comportamento, quali per esempio l’amigdala.
In pratica Phineas fu il primo uomo a subire inconsapevolmente una lobotomia, quest’ultima utilizzata soprattutto nei vecchi manicomi per ridurre gli effetti dell’epilessia attraverso una resezione del corpo calloso.
L’incidente non provocò la morte del giovane ma di sicuro la morte della sua vita sociale e lavorativa.
Articolo a cura di Rosario Cassaniti