Sale la curva del contagio, si va verso lo scenario 4. Ma cosa significa?

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Negli ultimi giorni rimbalza sui media questo termine: ma in cosa consiste davvero?

Con ‘scenario 4‘ si intende l’ultimo, il più grave previsto, caratterizzato da una “situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo“. La definizione è indicata nel documento “Prevenzione e risposta a Covid-19“, redatto dal ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità (Iss). Il termine viene quindi utilizzato per definire lo scenario più critico che, secondo il documento, si riferisce ad una “situazione non gestibile con le misure straordinarie già messe in atto“.

In questi giorni la curva epidemiologica continua a salire: i 26.831 nuovi casi registrati ieri hanno portato l’indice di contagio Rt ( il quale indica le persone che possono essere contagiate da un individuo con il virus) oltre l’1,5.

Sul tema ha recentemente rilasciato una dichiarazione il coordinatore del Cts (Comitato tecnico scientifico), Agostino Miozzo, che così si è espresso: “sono allo studio tutte le misure. Oggi siamo entrati nello scenario 3, c’è anche lo scenario 4. Quindi, che il lockdown sia una delle ipotesi previste – generale, parziale, localizzati, o come quello che abbiamo visto a marzo – era previsto. Speravamo, auspicavamo di non arrivare a quelle ipotesi. Ma se guardiamo anche ai Paesi accanto a noi, sono purtroppo ipotesi realistiche“. A rendere realistico il più critico degli scenari è l’aumento dei casi, che mostra ormai una progressione continua da almeno quattro settimane: da allora la curva epidemica continua a mostrare un andamento chiaramente esponenziale, con tempi di raddoppio di circa una settimana.

Lombardia. Liguria e Piemonte sono le regioni in cui la situazione è più critica; al Centro sono Lazio e Toscana le regioni con più problemi, mentre al Sud la regione con più criticità è la Campania. La scommessa con la possibilità di piegare la curva epidemica si giocherà nei prossimi giorni.

Articolo a cura di Fabrizio Scarfò

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