Legge di Bilancio 2021: bonus in busta paga, assegno unico e vantaggi per il Sud
Legge di Bilancio 2021, quali sono le novità fiscali più importanti? La manovra da 40 miliardi di euro va letta nel quadro più ampio del Documento Programmatico di Bilancio 2021-2023, approvato il 17 ottobre e già inviato alla Commissione europea.
Anche se per una vera e propria riforma fiscale, con tanto di revisione delle aliquote alla ricerca di un fisco più equo soprattutto nei confronti del ceto medio, bisognerà attendere almeno il 2022, questo non significa che mancheranno le novità per il prossimo anno.
I pilastri su cui basa la manovra, dal punto di vista fiscale, sono:
- il mantenimento dell’ex bonus Renzi nelle buste paga dei lavoratori dipendenti;
- il sostegno alle famiglie grazie all’assegno unico;
- il taglio del costo del lavoro nel Sud e una fiscalità di vantaggio per i giovani under 35.
A sorpresa poi è arrivato anche lo stand-by della Riscossione fino al 31 dicembre 2020.
Partiamo da una delle agevolazioni più amate dai lavoratori dipendenti: il bonus Renzi, erogato direttamente in busta paga. Dallo scorso 1° luglio è entrato in vigore il taglio del cuneo fiscale, che ha di fatto sostituito il beneamato bonus ampliandone le risorse e cambiando le modalità di erogazione. Con il comunicato stampa n. 67 del Consiglio dei Ministri, il Governo ha diffuso un’importante novità: l’ex bonus Renzi è confermato nella prossima Legge di Bilancio.
Si legge nel comunicato:
“con circa 1,8 miliardi di euro aggiuntivi, per uno stanziamento annuale complessivo di 7 miliardi, viene portato a regime il taglio del cuneo per i redditi sopra i 28.000 euro.”
Assegno unico per i figli
L’assegno unico per i figli under 21 fino a 250 euro dovrebbe prendere il via dal 1° luglio 2021, anche se importi e requisiti sono ancora in fase di definizione. La misura tuttavia dovrebbe prevedere una quota fissa e una variabile in base alla composizione del nucleo familiare e all’ISEE.
L’assegno unico cambierà completamente il profilo delle agevolazioni alla famiglia, raggruppando gli assegni familiari e gli altri bonus. Un’altra novità relativa all’assegno unico riguarda i beneficiari: anche le partite IVA e gli incapienti avranno accesso alla nuova misura. Viene inoltre estesa la durata del congedo di paternità, attualmente ferma a 7, retribuiti al 100%, e con un giorno di congedo facoltativo in alternativa alla madre.
Vengono stanziati 8 miliardi di euro annui a regime per la riforma fiscale, che oltre a essere usate per l’assegno unico, si aggiungeranno le risorse derivanti dalle maggiori entrate fiscali che confluiranno nell’apposito fondo “per la fedeltà fiscale”.
Legge di Bilancio 2021, fiscalità di vantaggio per il Sud e per i giovani under 35
Nella Legge di Bilancio 2021 viene portata a regime la fiscalità di vantaggio per il Sud con uno stanziamento di 13,4 miliardi nel triennio 2021-2023 e prorogato per il 2021 il credito di imposta per gli investimenti nelle Regioni del Meridione. Si tratta di una riduzione dei contributi del 30% per tutti i lavoratori già assunti o nuovi, avanzati dallo Stato e che quindi non gravano né sulle imprese né sullo stipendio dei dipendenti.
La misura consiste dunque nel taglio del 30% dei contributi a carico delle imprese per i dipendenti la cui sede si trova in una Regione del Sud Italia (Umbria, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia). Inoltre è prevista anche un’altra misura, stavolta su base nazionale: vengono azzerati per tre anni i contributi per le assunzioni degli under-35 a carico delle imprese.
Riscossione
Tante le novità fiscali che faranno da protagonista nel 2021, e tra queste c’è anche la ripresa dell’attività della riscossione. Dopo un iniziale dietrofront, il Consiglio dei Ministri ha infatti disposto la proroga fino al 31 dicembre 2020 della sospensione delle attività di:
- notifica di nuove cartelle di pagamento;
- del pagamento delle cartelle precedentemente inviate e degli altri atti dell’Agente della Riscossione.
Viene prorogato al 31 dicembre anche il periodo durante il quale si decade dalla rateizzazione con il mancato pagamento di 10 rate, anziché 5. Per consentire uno smaltimento graduale delle cartelle di pagamento che si sono già accumulate, alle quali si aggiungeranno quelle dei ruoli che gli enti consegneranno fino al termine della sospensione, è previsto il differimento di 12 mesi del termine entro il quale avviare alla notifica le cartelle.
Articolo a cura di Marco Luppi