Erik Erikson e gli otto stadi della vita.

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Erik Erikson fu uno psicoanalista statunitense di origine tedesca che, nel secolo scorso, elaborò una teoria in otto stadi con l’obiettivo di spiegare il progressivo sviluppo della personalità dell’individuo in relazione alla dimensione psico-sociale dello stesso.

In altri termini, Erikson concepisce l’intero ciclo della vita come diviso tra otto fasi che si prensentano indistintamente in tutti gli individui. Oltre a ciò, lo stesso ribadisce come il passaggio da una fase all’altra sia sempre caratterizzato da un periodo di “crisi” psico-sociale nella quale si presenta il problema dell’identità.

La prima fase di sviluppo si colloca tra la nascita e il primo anno di età ed è incentrata sull’acquisizione di una fiducia/sfiducia di base. La fiducia è data dalle esperienze positive che il neonato vive soprattutto in base alla relazione con la figura materna. Mentre la sfiducia viene alimentata quando, ad esempio, la figura in questione è assente.

La seconda fase si sviluppa tra il secondo ed il terzo anno di età, quando il soggetto attraversa un periodo caratterizzato dal controllo e dalla disciplina su sé stesso. Comprende, dunque, che i suoi bisogni sono subordinati al principio di realtà.

La terza fase comprende il quarto ed il quinto anno di vita ed è caratterizzata dal rafforzamento dell’autocontrollo e della volontà, oltreché dalla comparsa del senso di colpa: il bambino inizia a voler raggiungere i propri fini e per farlo mette in campo molteplici strumenti che, alle volte, possono ledere l’altro. Il gioco qui si pone come mezzo di conoscenza del mondo. 

La quarta si estende dal sesto al dodicesimo anno e vede il soggetto impegnato in attività con scopi più maturi rispetto a quelli della fase successiva. Inizia anche la comparsa del senso di competenza, essenziale per testare le proprie competenze operative. 

La quinta fase prende il via dal tredicesimo al ventesimo anno di vita ed è il fulcro del futuro sviluppo della persona. Oltre al cambiamento biologico, infatti, si assesta anche l’equilibrio psichico. Entrambe queste dimensioni preparano all’ingresso per l’età edulta.

La sesta fase di estende approssimativamente dai venti ai trentacinque anni di età ed è la fase dell’amore. Il soggetto sente il bisogno di creare delle relazioni solide, che siano esse amorose o di amicizia, con lo scopo di legare la propria esistenza a quella di altre persone.

La settima fase di estende dai trentacinque ai sessant’anni ed è il momento della vita in cui si esplicita la capacità produttiva del soggetto in tutte le dimensioni del sociale: lavorative, famigliari (ecc…). 

L’ottava fase ed ultima fase invece si manifesta oltre i sessant’anni ed è un periodo delicato, in cui la persona inizia a bilanciare quanto fatto nella propria vita. In questa fase può esservi la gioia per aver vissuto a pieno la propria esistenza o la disperazione causata dai rimpianti. 

Secondo Erikson ogni fase deve necessariamente essere vissuta, in quanto altrimenti si andrebbe incontro ad un periodo di stagnazione; caratterizzato dalla presenza, nel soggetto, di un grande senso di vuoto.

Articolo a cura di Ilaria Genovesi

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