“EMBRACE”: IL NUOVO SINGOLO DEI DEAF AUTUMN CHE CI FA SENTIRE MENO SOLI
-Chi sono i Deaf Autumn?
I Deaf Autumn nascono in Autunno, tra Settembre e Ottobre del 2013. La band è formata da musicisti che già contano varie esperienze musicali sia alle spalle che attuali: tra queste ci sono i Knoxville e i Piano B per Davide Ricci (chitarra e voce), i Faunalia,Back To Noise e Fall To Reborn per Davide Torti (basso e voce) e i Dioniso per Davide Ciccarelli (batteria). Questo casualissimo ensemble di omonimi viene fuori come band dalle menti dei due cantanti Ricci e Torti, che da anni sognavano di poter fare un progetto musicale del genere insieme senza mai aver avuto la possibilità spazio-temporale di realizzarlo. Il batterista è Antonio Paliotta mentre il chitarrista lead è Alessio Scala, entrabi entrati dopo l’uscita del primo batterista della band Davide Ciccarelli.
-Come è nato il nome della band?
Abbiamo preso spunto dalla stagione in cui abbiamo iniziato a fare musica insieme e dall’ossimoro che si crea da uno dei cinque sensi (l’udito), contrapposto all’arte che mettiamo in atto. Da qui il “sordo autunno”, dove l’Autunno ricorda molto anche il mood malinconico ed irrequieto delle band da cui prendiamo spunto come genere.
-Avete degli artisti da cui prendete esempio?
Band di riferimento specifico non ce ne sono, più che altro il nostro modo di scrivere ed esternare la musica è tipico del periodo dal 2000 in poi, con influenze che vanno dal punk rock, al nu-metal passando per l’emo e post-hardcore.
Abbiamo sempre cercato una sorta di equilibrio che, giustamente, non può pendere sempre e solo da una parte.
-I testi delle canzoni li scrivete tutti insieme?
Per quanto riguarda la stesura dei testi delle canzoni è quasi sempre il buon Torti a comporre le parole giuste visto che è il più bravo fra tutti, mentre io (Dave) cerco di dargli i migliori input possibili creando le melodie su cui poi lui andrà a collocare il testo.
-Il 28 Aprile è uscito il vostro nuovo singolo con relativo video. “Embrace”. So che parla della situazione attuale, della distanza sociale e appunto dell’esigenza di avere qualcuno accanto in questo periodo. Cosa dite al riguardo? A chi è dedicato il pezzo?
È un brano a cui teniamo moltissimo. Lo dedichiamo a tutti coloro che hanno sofferto e che stanno soffrendo in questo periodo così difficile. Questa canzone è un grido di aiuto, lo sgomento di una generazione che deve vivere un dopo guerra senza la guerra, senza nemmeno un nemico, una bandiera da bruciare.
-Pensate che la musica in un momento difficile come questo possa aiutare le persone a “staccare la spina”?
La musica è una delle poche cose nel mondo che riesce ad unire anche se si è distanti e in un periodo come questo è FONDAMENTALE.
-Vi manca suonare dal vivo?
Si ci manca molto, puoi suonare a casa tua quanto vuoi ma suonare dal vivo davanti ad un pubblico è una sensazione insuperabile.
-Quale sarà la prima cosa che farete una volta tornati sul palco?
Penso che ci abbracceremo e piangeremo, perché da come sembra passerà un anno e fra un anno le nostre emozioni in quel momento saranno super, iper, amplificate. Non solo dagli strumenti.
Articolo a cura di Martina Nardoni