RECENSIONE JUSTICE LEAGUE
Il DC Extended Universe ha avuto origine appena quattro anni fa, con l’uscita nelle sale di “Man of Steel” diretto da Zack Snyder, e da subito non era riuscito a convincere completamente critica e pubblico. La mancanza di approfondimento psicologico dei personaggi principali ed un racconto non molto efficace, tramite flashback, del passato dell’Uomo d’Acciaio, aveva infastidito i fan con aspettative maggiori.
La superficialità generale e la pessima sceneggiatura “affossarono” anche il successivo capitolo “Batman v Superman: Dawn of Justice” del 2016 e diretto sempre da Zack Snyder; è qui che ci viene introdotto rapidamente il nuovo Batman (Ben Affleck) e la Wonder Woman di Gal Gadot. Nonostante la notevole lunghezza dell’opera, questa non riesce a caratterizzare al meglio i personaggi, e se aggiungiamo a questo, un discutibile Lex Luthor (Jesse Eisenberg) che fa cose discutibili (alle volte non molto logiche), ecco che abbiamo il primo vero passo falso di questo ambizioso progetto della Warner Bros. Pictures.
Le cose vanno ancora peggio in “Suicide Squad” di David Ayer (2016), con un villain impalpabile ed una “Squadra Suicida” con cui si fa fatica ad empatizzare.
Con “Wonder Woman” quest’anno, Patty Jenkins è riuscita a dare al film un tocco molto personale, schiarendo il filtro bluastro che caratterizzava le pellicole precedenti del DCEU, e donandoci un’eroina molto sensibile ma determinata. Finalmente si riesce ad entrare in sintonia con i protagonisti, e nonostante gli effetti in CGI ed il cattivo di turno non siano il top, il film scorre molto rapidamente e la regia è sicuramente superiore rispetto a quella di Snyder ed Ayer.
Perciò, la tensione per “Justice League” era alta, poiché poteva confermare i miglioramenti mostrati nel film dedicato a Diana Prince, o inciampare ancora una volta.
Alla regia c’è torna lo statunitense Zack Snyder, che però non riuscirà a terminare il lavoro a causa del suicidio di una delle sue figlie; così in fase di post-produzione subentrerà Joss Whedon, già regista dei due “Avengers”, che girerà anche alcune scene aggiuntive.
Batman, sempre interpretato da Ben Affleck, si trova ad affrontare uno strano essere simile ad un insetto, che sembra attirato dal sentimento della paura. La morte di Superman rende la Terra molto più indifesa, così l’Uomo Pipistrello, con l’aiuto di Diana Prince (Wonder Woman), cerca di formare una squadra di metaumani per difenderla. Ricordiamo che in “Batman v Superman”, Bruce Wayne ottiene delle informazioni sugli esseri dotati di poteri eccezionali presenti sul pianeta decriptando alcuni files di Lex Luthor.
Faremo così, la conoscenza di Victor Stone (Cyborg), Barry Allen (Flash) e Arthur Curry (Aquaman).
Con il prosieguo della pellicola, scopriremo che i mostri simili a grandi insetti sono i Parademoni dell’alieno Steppenwolf, incaricato dal nipote Darkseid di trovare le tre Scatole Madri.
Come accadde per “Batman v Superman”, anche qui la presentazione dei nuovi personaggi non risulta essere molto approfondita; se si escludono alcuni passaggi filmici dedicati esclusivamente a Cyborg ed alla sua tragica storia, gli altri metaumani entreranno nella Justice League ancora praticamente sconosciuti al pubblico.
Cyborg, nonostante lo scetticismo in merito alla sua resa grafica, è sicuramente il più riuscito tra i tre nuovi supereroi; la diffidenza che lo caratterizza, precedentemente alla sua entrata nel gruppo di Batman, basta per farci capire la sua sofferenza interiore, la paura di essere giudicato, la paura di non poter controllare un corpo per la maggior parte non suo, e alimentato da una forza infinitamente superiore rispetto a quella di un essere umano.
Purtroppo la fretta di procedere con la vicenda emerge sin da subito dal lungometraggio, non lasciando spazio ad un’apertura graduale di Victor Stone nei confronti dei suoi futuri compagni d’imprese.
Lo stesso non si può dire di Flash, interpretato da Ezra Miller, e di Aquaman, interpretato dallo statuario Jason Momoa.
Il primo viene liquidato con due o tre battute sentimentali scambiate con il padre in carcere; per il resto, la sua personalità verrà caratterizzata da battute su battute, ma poche davvero gradevoli.
Il secondo invece, è il tipico personaggio spaccone e molto sicuro di sé; dettagli sul suo passato vengono accennati in un momento assolutamente inopportuno del film, e comunque non riescono a renderlo più interessante.
Positivo invece, il Batman di Ben Affleck, che dopo la morte di Superman sembra essere divenuto meno “spigoloso” dal punto di vista caratteriale, e la Wonder Woman di Gal Gadot, che si riconferma molto convincente ed in parte.
Delude grandemente il villain Steppenwolf; privo di qualsiasi forma di carisma, il suo passato viene relegato a cinque minuti di flashback. La CGI con cui viene realizzato è discretamente scadente e durante il film, non sembra quasi mai che egli possa essere realmente una minaccia per il pianeta Terra.
Considerando i ben 300 milioni spesi per questo quinto capitolo del DCEU, si potevano pretendere effetti visivi migliori, che in un film non sono tutto, ma che in un cinecomic sono necessari per coinvolgere il più possibile lo spettatore nelle scene frenetiche e nelle massicce esplosioni.
I colori utilizzati sono comunque molto piacevoli e riempiono gli occhi, senza appesantire la vista che può, agevolmente, seguire delle piacevoli scene di combattimento estreme e tamarre.
Mentre ci lasciamo coinvolgere dall’azione, si susseguono falle nella sceneggiatura, forzature per mandare avanti l’intreccio ed interazioni fisiche improbabili tra i nostri eroi (addirittura vi è un momento in cui Batman salva Flash dalla caduta in un baratro, mentre questo si sta muovendo alla velocità della luce).
Sicuramente, la mancanza di caratterizzazione dei personaggi può essere imputata al minutaggio del film; 120 minuti sono pochi per presentare tre nuovi personaggi ed un villain accattivante. La visione di “Justice League” sfinisce meno, rispetto a quella di “Batman v Superman”, ma lascia ancora più indifferenti e delusi.
La colonna sonora risulta tristemente anonima, sollecitando positivamente i nostri timpani solo quando vengono citate durante il film, delle sequenze dalle colonne sonore di “Man of Steel” e “Wonder Woman”.
Se volete godervi il film, entrate in sala senza aspettative e spegnete il cervello.. probabilmente riuscirà ad intrattenervi.
P.S. Ci sono due scene dopo i titoli di coda.
VOTO: 5.5
Articolo a cura di Vittorio Cecere