22 APRILE, SI CELEBRA LA 50a GIORNATA DELLA TERRA
Una riflessione per un nuovo sistema di vita post Covid19
Il 22 aprile si svolgerà la 50a Giornata della Terra, l’Earth Day, evento che viene celebrato in questa data dalle Nazioni Unite e dalle tante organizzazioni schieratesi in difesa dell’ambiente. Il suo obiettivo è infatti quello di coinvolgere sempre più governi nazionali e cittadini nella tutela dell’equilibrio naturale del nostro pianeta, prendendosi cura delle foreste, puntando ad evitare lo spreco di risorse, lavorando allo sviluppo e all’adozione di fonti energetiche più verdi combattendo il riscaldamento globale e adottando stili di vita maggiormente sostenibili.
Tutto questo è stato riassunto nell’ Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU che ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (o Goals) in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi. Un grande, ambizioso progetto che i Paesi sottoscrittori si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030, con alcune tappe intermedie previste già nel 2020…
Ad alcuni potrà suonare strano che, in piena emergenza Covid19, si possa parlare di “Pianeta Terra”, di ”spreco di risorse”, di “economia verde”, di “stili di vita sostenibili”, perché tutte le energie devono essere focalizzate nel combattere il “mostro” che tanto danno sta causando in tutto il mondo. Eppure questa tragica e dolorosa situazione dovrebbe farci riflettere attentamente proprio sulla nostra condizioni di “terrestri”.
Per secoli ci siamo cullati nell’illusione di essere il centro ed al centro dell’Universo, padroni incontrastati della Terra in grado di disporre a nostro piacimento di ogni sua risorsa. Un pianeta dove tutta la vita è costituita dall’82% da piante, dal 13% di batteri, dal 5% di animali (insetti, funghi, pesci e altre specie) e soltanto dal 0,01% dall’uomo che, pur nella sua insignificante presenza è stato capace di distruggere l’83% delle altre specie…
Segnali in tal senso si erano levati da tempo: che il nostro Pianeta fosse molto malato era ormai chiaro, ma molti hanno preferito voltarsi dall’altra parte come se la cosa non li riguardasse.
Eppure è bastato l’apparire di un “animaletto” dalle dimensioni di 100-150 nanometri di diametro (circa 600 volte più piccolo del diametro di un capello umano) per cambiare, per stravolgere l’esistenza di milioni e milioni di persone in tutto il mondo.
E ora che fare? Bella domanda.
I mezzi di informazione ci stanno bombardando di notizie di ogni tipo sul Covid19 e sui suoi futuri effetti nefasti: professoroni ed esperti continuano a dirci che “non sarà più come prima”, che “dovremo abituarci a stili di vita diversi”, che “l’economia andrà a picco” e quindi “il modo di lavorare dovrà essere diverso” e via discorrendo in un turbinio di parole, frasi, consigli, raccomandazioni e regole che francamente lasciano frastornati.
Quindi che fare ? Anzi cosa può fare ognuno di noi?
Perché una cosa è certa: questa volta non aspettiamo che siano gli altri a risolverci i problemi. O ci rimbocchiamo le maniche, avendo la consapevolezza che ognuno possa e debba fare il proprio pezzettino, o non andremo da nessuna parte.
Come? Intanto iniziando ad informarci meglio, ad uscire da quel torpore culturale nel quale ci siamo cullati per decenni pensando che, comunque, alla fine “speriamo che io me la cavo”…
Non funziona più così: o prendiamo finalmente coscienza di cosa abbiamo di fronte, o saremo destinati a fare la fine dei mammut o dei dinosauri.
Il 22 aprile, la Giornata della Terra potrà essere un momento importante per prendere atto meglio della problematica e scoprire elementi sui quali riflettere e discutere, magari in famiglia, approfittando della forzata quarantena alla quale siamo costretti in questi giorni.
Questa edizione 2020 trascorrerà sotto le misure di restrizione decise dai vari governi e gli organizzatori in Italia hanno pensato di aprire le celebrazioni dedicandole a Papa Francesco, nel 5° anniversario dell’Enciclica Laudato si’, che ha contribuito in modo significativo, alla vigilia dell’ Accordo sul Clima di Parigi (2015), nel creare una maggiore consapevolezza nelle persone sugli argomenti legati al cambiamento climatico.
E’ stata così organizzata la maratona multimediale #OnePeopleOnePlanet che sarà on line dalle 8.00 alle 20.00, sul canale streaming RaiPlay e vedrà artisti, cantanti, attori, scienziati, giornalisti, rappresentanti istituzionali e gente comune alternarsi in diretta per lanciare un messaggio di collaborazione e speranza per il nostro Pianeta.
Potremo tutti partecipare all’evento interagendo anche con la piattaforma web
http://www.onepeopleoneplanet.it/ e i social, utilizzando gli ashtag #OnePeopleOnePlanet, #CosaHoImparato, #EarthDay2020, #iocitengo, #focolaremedia, #VillaggioperlaTerra.
Un appuntamento con il nostro Pianeta, che non possiamo perdere!
Articolo a cura di Giorgio Pedrazzi