Intervista a Patrizia Ciccarelli: “In questa emergenza bisogna orientare il Welfare del futuro verso una sussidiarietà circolare”
Intervista a Patrizia Ciccarelli- Assessora alle Politiche di welfare e Pari opportunità
Latina – Data la grande emergenza scoppiata ormai da più di un mese, abbiamo scelto di intervistare l’Assessora alle Politiche di Welfare e Pari opportunità Patrizia Ciccarelli, in quanto reputiamo che il suo supporto politico, sia di fondamentale importanza per tutti.
Come il suo assessorato ha affrontato questa grande emergenza?
Questa emergenza è intervenuta in un momento di forte impegno del nostro assessorato per la trasformazione del sistema dei servizi sociali del nostro territorio, per la realizzazione di un sistema di welfare basato sulla centralità delle persone, sulla omogeneità e inclusività dei servizi e sulla integrazione socio sanitaria. Uno sforzo innovativo importante capace di adeguare le procedure di affidamento dei servizi esternalizzati alla necessità di facilitarne la personalizzazione, la qualità e l’efficacia. Tutto questo in una logica di gestione associata da agire in ambito distrettuale per andare in tempi rapidi a realizzare una vera gestione associata ed integrata dei servizi socia-assistenziali del Distretto Socio Sanitario LT2 che comprende oltre al Comune di Latina, capofila, anche i Comuni di Sabaudia, Pontinia, Sermoneta e Norma. L’aver già avviato questo processo ci torna molto utile oggi per affrontare una situazione tanto inedita quanto grave. I Fondi arrivati in questi giorni al Comune di Latina dal Governo (778 mila euro) e dalla Regione (503 mila euro) sono certamente una boccata di ossigeno per fornire una prima risposta tampone per affrontare il grande problema di liquidità che tante famiglie si sono trovati improvvisamente a vivere, ma non possono certamente restare la sola risposta. Abbiamo bisogno di misure più strutturate in grado di prefigurare già da oggi quello che per forza di cose dovrà essere il welfare di domani. Sono stati annunciati ampliamenti della platea del Reddito di Cittadinanza che dovrebbe comprendere anche altre aree attualmente escluse attraverso un “Reddito di Emergenza”. Intanto abbiamo deciso di utilizzare i primi fondi arrivati per acquisire una fornitura di buoni spesa da erogare agli aventi diritto attraverso una formula snella, ossia attraverso la abilitazione della tessera sanitaria da utilizzare negli esercizi commerciali come card. Abbiamo pubblicato la scorsa settimana un avviso per selezionare gli aventi diritto e al momento abbiamo ricevuto oltre 2000 domande per i buoni spesa, a cui si aggiungono quelle per la fornitura dei pacchi alimentari che sono già disponibili per le situazioni più urgenti. I primi beneficiari dei buoni spesa hanno già ricevuto un sms da parte del fornitore incaricato dal Comune e hanno potuto procedere agli acquisti negli esercizi commerciali (supermercati, negozi di alimentari, farmacie e para farmacie) già convenzionati e abilitati. L’avviso resta aperto fino ad esaurimento fondi e il modulo di domanda on Line per i buoni spesa è visibile e compilabile dai cittadini direttamente sul sito del Comune.
Quante erano le persone che prima si rivolgevano ai Servizi Sociali e quante invece ne sono ora. Inoltre, potrebbe tracciare il profilo del cittadino che si rivolge alla vostra assistenza?
Nel Comune di Latina risultano circa 3000 persone beneficiarie del Reddito di Cittadinanza. Di queste 3000 persone, quasi 1000, presentano problematiche tali da richiedere una presa in carico da parte dei Servizi Sociali. A questi si aggiunge naturalmente la normale platea costituita da tutti coloro che pur non potendo accedere al RdC sono comunque seguiti dai nostri servizi. Parlo dell’assistenza alle persone con disabilità, alle persone anziane, parlo del sostegno alla genitorialità e della tutela dei minori, parlo dei servizi a tutela dei più fragili ed in particolare dell’accoglienza a bassa soglia, quella effettuata nei nostri dormitori: Via Aspromonte, aperto tutto l’anno e dormitorio invernale di Via XXIV maggio, ancora in funzione a causa dell’emergenza sanitaria. Questa emergenza rende questa platea molto più vasta, ci sono richieste che vengono da lavoratori che prima riuscivano ad andare avanti magari con il precariato e il lavoro nero, dagli anziani che oggi vedono accentuarsi la solitudine, dalle persone con disabilità magari costrette a rinunciare all’assistenza per paura del contagio, dei minori in povertà educativa che evidenziano difficoltà maggiori nella didattica a distanza. Da martedì riapriremo tutti i tavoli di coprogettazione dei nostri servizi per confrontarci e capire come procedere con la rimodulazione dei servizi in modo da colmare il gap venutosi a creare. Le nostre assistenti sociali, i nostri funzionari comunali e tutti gli operatori stanno facendo veramente un lavoro straordinario.
Il Comune ha fatto rete? Si è interfacciato con associazioni o parrocchie alla quale ogni singolo cittadino potrebbe rivolgersi?
Assolutamente si. Questo è stato il nostro primo pensiero. Abbiamo individuato due poli con il compito di fare da cabina di regia per la rete di volontariato, Croce Rossa e Caritas, che collaborano con noi dal primo momento dell’emergenza coronavirus e sostengono il nostro segretariato sociale, condividendo la metodologia, gli elenchi delle persone da seguire ed infine condividendo i magazzini da cui attingere per i pacchi alimentari che devono essere consegnati a domicilio. Poter contare su questa rete è stato per noi essenziale.
Come Comune avete qualche idea su come ripartire? Cosa succederà quando tutto questo finirà? Avete dei piani, delle iniziative…
Noi abbiamo la convinzione che tutto quello che si sta facendo oggi di fatto sta già condizionando quello che sarà domani. Per questo non ci affidiamo al caso. Questa emergenza ci conferma ancora di più che quello che stavamo mettendo in campo di nuovo e di innovativo non è solo utile, ma a questo punto è vitale, quindi non possiamo abbandonarlo. Dobbiamo programmare partendo dai bisogni reali del territorio e non solo dal percepito. E quindi bisogna attrezzarsi per fare rilevazioni serie, individuare obiettivi condivisi su cui tarare le attività che dovranno poi essere monitorate con rigore ed eventualmente rimodulate. Questo è il welfare del futuro che già da oggi stiamo seminando. Occorre ottimizzare l’uso delle poche risorse che abbiamo per metterle in rete. LA SUSSIDIARIETÀ’ DEVE ESSERE CIRCOLARE. Bisogna fare in modo che le cose che facciamo abbiano una sostenibilità attuativa oltre che economica. E’ indispensabile far colloquiare di più il welfare con l’economia per armonizzarne le funzioni. Solo così il mercato sarà capace di rispondere alla irrinunciabile esigenza di giustizia sociale e non più il contrario. Questa è la nostra sfida.
Articolo a cura di Giulia Patria