MES, cos’è e come funziona

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Da giorni sentiamo parlare del ” MES” e delle trattative che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri stanno portando avanti con i Paesi dell’ Unione Europea. Ma cos’è il MES ? E cosa sta facendo il Governo Italiano ?

Il MES ( Meccanismo Europeo di Stabilità )

Il compito del MES è fornire assistenza finanziaria ai Paesi dell’area euro che attraversano (o rischiano in modo concreto) gravi problemi di finanziamento. L’assistenza viene concessa solo nel caso in cui sia necessaria per salvaguardare la stabilità finanziaria dell’intera area euro e dei membri del MES stesso. Gli strumenti a disposizione vanno dalla possibilità di concedere prestiti ai Paesi in difficoltà per consentire un aggiustamento macroeconomico (soluzione utilizzata finora da Irlanda, Portogallo, Grecia e Cipro) fino al prestito per la ricapitalizzazione indiretta delle banche (aiuto finora fornito alla sola Spagna). Gli altri strumenti previsti dallo statuto del MES (acquisti di titoli sul mercato, linee di credito precauzionali e ricapitalizzazione diretta) non sono finora mai stati usati.

IL MES viene finanziato dai singoli Stati membri con una ripartizione percentuale in base alla loro importanza economica. La Germania, contribuisce per il 27,1 %, seguita dalla Francia (20,3%) e dall’Italia (17,9%).
La “potenza di fuoco” (o ammontare massimo) complessivamente autorizzata è di 700 miliardi di euro: il finanziamento diretto da parte degli Stati ammonta a 80 miliardi di euro (l’Italia ha versato 14,3 miliardi, la Francia 20 e la Germania 27). I restanti 620 miliardi possono essere raccolti sui mercati finanziari attraverso l’emissione di bond.

Le condizioni del MES per la concessione di aiuti

I prestiti non vengono concessi senza condizione, ma solo dopo che il Paese richiedente ha sottoscritto una lettera di intenti o un protocollo d’intesa (o Memorandum of Understanding). Protocollo che viene negoziato dal Paese interessato e dalla Commissione Europea a nome del MES.
In genere vengono richieste riforme specifiche, mirate ad eliminare o quantomeno mitigare l’effetto dei punti deboli dell’economia del Paese richiedente. Il MES prevede in particolare interventi in tre aree:
• Consolidamento fiscale, con tagli alla spesa pubblica per ridurre i costi della Pubblica amministrazione e migliorarne l’efficienza, e parallelamente aumentare le entrate attraverso privatizzazioni o riforme fiscali;
• Riforme strutturali, con l’adozione di misure di stimolo alla crescita, alla creazione di posti di lavoro e alla competitività;
• Riforme del settore finanziario, con misure destinate a rafforzare la vigilanza bancaria o, se necessario, a ricapitalizzare le banche.

Cosa hanno proposto nella riunione di ieri i capi di Governo ?

  • Fondo SURE: cassa integrazione europea con disponibilità fino a 100 miliardi;
  • Fondo speciale della BEI(banca europea degli investimenti) da 200 miliardi;
  • Nuova disponibilità del MES da 240 miliardi circa;
  • Fondo per la ripresa (Recovery fund).

Cosa è stato deciso per il Mes ?
Il MES è stato “sdoganato” per affrontare questa crisi: potrà fornire una nuova linea di credito (Pandemic credit line) che non avrà condizionalità se verrà usata per affrontare le spese sanitarie, dirette e indirette, legate alla crisi Covid-19. I Paesi possono richiedere fino al 2% del loro Pil(Per l’Italia, se vorrà, avrebbe circa 35 miliardi).

L’italia ha firmato per il Mes?
Il M.E.F. (Ministero Economia e Finanze) ha ribadito che “ha solo concorso a definire un rapporto che prevede la possibilità di istituire quattro nuovi strumenti per affrontare la crisi del Covid19” e che fare ricorso al MES per le spese per cure e prevenzione sanitaria legate al COVID-19 è “senza alcuna condizionalità, attivabile facoltativamente”.

Di certo non è il migliore accordo possibile ma in queste circostanze il migliore realizzabile. Ora spetta al Consiglio europeo prendere le decisioni su questo pacchetto di proposte dell’Eurogruppo.

Articolo a cura di Marco Luppi

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