DA LATINA UN KIT PER RICONOSCERE, IN POCHI MINUTI, LA PRESENZA DEL CORONA VIRUS.
Parte da Latina una importantissima novità sui test rapidi per verificare, in soli 15 minuti, la positività o meno dei pazienti di essere stati contagiati dal Covid-19, un test la cui attendibilità si attesta intorno all’86%…
Ad utilizzare e verificare in Italia il metodo, importato dagli Stati Uniti e messo a punto in Cina, è stato il team di studiosi diretto dal dottor Adriano Mari, allergolo che vive ed opera a Latina e che ha avuto una lunga attività di ricercatore nel Laboratorio di Immunologia dell’Istituto Superiore di Sanità. I suoi studi lo hanno portato all’identificazione di numerose molecole allergeniche, allo sviluppo del microarray quale strumento d’indagine principale nella diagnostica allergologica, alla creazione della piattaforma web Allergome, allo sviluppo dei suoi moduli esterni, la cartella elettronica InterAll, il progetto AllergomeConsumer, e all’iniziale sviluppo di App per smartphone, per il loro uso integrato nella clinica e nella ricerca. Il Dr. Mari è autore e co-autore di 154 lavori scientifici di cui 43 in collaborazione con altri studiosi dei Centri Associati di Allergologia Molecolare (CAAM) che hanno Sede Centrale, Centro Clinico e di Ricerche a Sermoneta. È membro del Subcommittee for the Standardization and Quality Assessment of Immunological Diagnostics della International Union of Immunological Societies. È stato il creatore del primo Centro di Allergologia Molecolare ed è co-fondatore del CAAM, cui contribuisce con attività organizzative, di coordinamento e sviluppo. Attualmente è stato nominato all’unanimità dagli altri Associati Fondatori, Amministratore e Rappresentante del CAAM.
Il metodo utilizzato dal dott. Mari e dal CAAM, si basa su di un piccolo kit, simile al test per provare la gravidanza, nel quale vengono inserite alcune gocciolina di sangue del paziente (tipo puntura di un dito) e dopo 15 minuti si ha la risposta che consiste nel rilevare la presenza di IgM, ovvero la risposta immediata dell’organismo a qualsiasi agente infettante, e di IgG, le immunoglobuline che danno un riscontro più duraturo nel tempo.
Nei test eseguiti, si sono rilevati quattro risposte: il sospetto paziente non è stato contagiato se il test risulta con un doppio negativo; se le IgM sono positive e le IgG negative si rileva una infezione molto recente; se il risultato presenta doppio positivo significa che il virus ha già colpito da tempo e sta maturando una reazione; nel caso si riscontrassero IgM negative e IgG positive significa che il sistema immunitario del paziente si è attivato aiutando l’organismo a liberarsi dal virus.
Ovviamente il kit non è un “fai da te” acquistabile in farmacia e di immediata comprensione casalinga, perché ad occuparsi della lettura e valutazione dei dati devono necessariamente essere gli specialisti in laboratorio.
I pazienti che si sono sottoposti ai test effettuati dal dott Mari e dal CAAM, hanno ricevuto a casa un pacchetto col test, un pungi-dito, una pipetta, un liquido per diluire le goccioline di sangue e dell’alcool. Chi si sottopone al test, inserisce le goccioline di sangue nel supporto e dopo 15 minuti invia le foto del risultato, segnalato con delle lineette, e poi un secondo scatto dopo 24 ore. In laboratorio specialisti esperti fanno la lettura e danno la risposta immediata, migliorandola e facendolo diventare un test semi-quantitativo. Valori numerici e non SI/NO.
Un metodo veloce, attendibile all’86%, con costi estremamente ridotti a pochi euro, e che limita l’uso dei tamponi. Il test è stato adottato dalla Regione Campania, dalla Toscana, Marche, Puglia e Liguria
L’importanza del test non è solo quello legato alla risposta sulla presenza o meno del Covid19, ma riveste un ruolo sociale strategico nel capire lo sviluppo del virus, raccogliendo i dati per creare una mappa sulla sua diffusione al fine di poterlo combattere in modo sempre più selettivo ed incisivo. Il timore è quello che, se le regioni o quanti utilizzano questo test non fanno rete e condividono i dati, tutto il lavoro vada perso. Sapremo certamente chi è infettato e chi non lo è, ma per il sistema sanitario questi dati saranno inutilizzabili. Gli specialisti del CAAM sono però già pronti con la loro piattaforma Allergome a supportare e visualizzare i risultati aggregati. Altrimenti sarà un delitto contro conoscenza e la scienza!
Articolo a cura di Giorgio Pedrazzi