“Gli esempi, per i bambini, sono più utili dei rimproveri”

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“Gli esempi, per i bambini, sono più utili dei rimproveri” (Joseph Joubert)

Come accennato nell’articolo precedente l’argomento qui trattato riguarda il metodo. La maggior parte delle volte, soprattutto in ambito didattico, quando si cita il termine “metodo” lo si intende come un procedimento grazie al quale gli alunni riescono a raggiungere determinati obiettivi. 

A tal riguardo sono leciti alcuni interrogativi tra cui: come si determina il raggiungimento di questi obiettivi? Da cosa si parte? Come si evince la mia discussione mira sempre all’analisi di una pratica specifica: la Philosophy for Children. 

Una prima risposta a questi quesiti arriva dall’analisi del materiale redatto da Matthew Lipman (si ricordi essere l’ideatore della pratica) e dai suoi collaboratori in quanto ci fornisce esplicite informazioni in merito alla pratica stessa. Ciò che ho definito con il termine “materiale” sono, più precisamente, dei testi-stimolo con impostazione dialogica che hanno lo scopo di analizzare il vissuto degli studenti, o di coloro che si apprestano ad una loro lettura, avvicinandosi ad esso secondo un’ottica filosofica. I testi o, meglio ancora, i racconti sono la base su cui costruire dei piani di discussione in classe.

Le storie che articolano il curricolo della P4C sono in tutto dodici e si trovano nella collana dell’editore Liguori “Impariamo a pensare” che è diretta da Antonio Cosentino, Marina Santi e Maura Striano (loro sono i più importanti rappresentanti della pratica in Italia). È bene sottolineare che ogni racconto, seppure specifico per ogni fascia d’età, può essere letto in chiave trasversale e quindi relazionato in base alle esigenze della situazione e al grado di istruzione dei partecipanti alla sessione. Inoltre, data l’importanza conferita al facilitatore dal modello stesso, ogni storia è “affiancata” da un manuale di sostegno per l’insegnante. Nello stesso sono presenti sia esercizi che piani di discussione volti sempre alla stimolazione del pensiero complesso, che è articolato nelle sotto-dimensioni critica, creativa e affettivo valoriale. 

Nelle successive pubblicazioni analizzerò ogni storia del curricolo in modo da fornire un quadro più chiaro di quanto qui espresso.

Ricordo che la Philosophy for Children necessita di una specifica formazione da parte dell’insegnante che, però, può comunque usufruire in modo consapevole dei testi a carattere filosofico.

Concludo accennandovi l’argomento del prossimo articolo: racconti!

Articolo a cura di Ilaria Genovesi

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