“Essendo un filosofo, ho un problema per ogni soluzione.”
“Essendo un filosofo, ho un problema per ogni soluzione.” (Robert Zend)
Nell’ultimo testo pubblicato ho citato una modalità di approccio filosofico che può essere definita “libera” in quanto non richiede una specifica formazione da parte del docente.
In tale articolo, invece, vorrei introdurre la Philosophy For Children, abbreviata P4C, la quale si pone come una pratica educativa che attraverso la stimolazione del pensiero complesso (nelle sue dimensioni logico-critica, creativa e valoriale), indirizza lo sguardo sull’individuo rendendolo conscio delle sue capacità e capace di muoversi all’interno di un universo sempre più moderno. Quest’ultima può rivolgersi a diversi ambiti tra cui quelli scolastici, formativi e socio-culturali e data la specificità del curricolo in cui è strutturata necessita di una formazione specifica.
Tale approccio nasce intorno agli anni settanta del secolo scorso ad opera di Matthew Lipman (1923-2010), docente di filosofia presso la Montclaire State University (New Jersey), ed alcuni suoi collaboratori tra cui emerge la figura di Ann M. Sharp.
La P4C ha tra i tanti presupposti teorici la figura del filosofo Socrate, per quanto riguarda il ragionamento filosofico basato sulla coerenza dell’argomentazione logica (importanza, dunque, del dialogo); e quella di John Dewey da cui riprende il concetto della Community of Inquiry.
Proprio in relazione a quest’ultimo punto nel fulcro centrale del progetto si inquadra la formazione di una vera e propria comunità di ricerca, la quale mira, tra le altre cose, ad incrementare competenze socio-emotive tra cui la consapevolezza di sé e la consapevolezza dell’altro.
All’interno di quest’ottica la figura del docente/educatore assume il ruolo di facilitatore, il quale non deve influenzare le riflessioni dei bambini, o di chi si appresta a ragionare in funzione di tale metodologia, ma solamente guidare i vari piani di discussione in chiave trasversale.
L’impostazione generale data da tale approccio è confluita, come accennato, in un curricolo la cui validità è stata fino ad ora confermata da tutti quei paesi i quali lo hanno adottato ( al primo posto gli Stati Uniti).
Questa pratica si sta sempre più diffondendo in Italia grazie ai lavori di molti autori impegnati nella traduzione dei testi di Lipman, tra i quali spicca la figura di Antonio Cosentino.
Per chi fosse interessato a saperne di più sulla Philosophy for Children in Italia lascio il seguente link del centro di ricerca dell’indagine filosofica: http://www.filosofare.org/crif-p4c/
Vi saluto anche oggi con la parola chiave del prossimo articolo: metodo
Articolo a cura di Ilaria Genovesi