Carlo Calenda futuro candidato sindaco di Roma?
Carlo Calenda, leader del neonato partito Azione, punta al Campidoglio? Si, no, forse. Comunque il politico romano è sempre attivissimo sui social e da Instagram e Facebook lancia la sfida alla sindaca di Roma Virginia Raggi.
Roma è spesso una città di sussurri e di voci che si rincorrono, che a volte restano tali, ma più spesso diventano realtà. Una di queste, che nell’ultimo paio di mesi è diventato un vero tam tam cittadino, racconta che, a poco più di un anno al voto per il Campidoglio, Carlo Calenda avrebbe una gran voglia di candidarsi, a patto però di avere intorno una coalizione di centrosinistra larga e unita intorno al suo nome. Le voci dicono anche che tra i più attivi nel sostenere la candidatura dell’ex ministro dello Sviluppo Economico ci sarebbe Massimiliano Smeriglio, oggi europarlamentare del Pd ma fino a maggio scorso vicepresidente di Nicola Zingaretti in Regione Lazio. Leader cui naturalmente Smeriglio è ancora legato, quindi un appoggio di quest’ultimo a Calenda viene letto come un endorsement dello stesso segretario.
«Io sindaco? Allontano da me questo calice non perché penso che non sia una sfida straordinaria, ma perché in questo momento sto facendo una cosa differente a livello nazionale». Carlo Calenda si sfila dalla corsa al Campidoglio per il post Raggi. O meglio, dalle corse: prima dell’elezione a sindaco, il centrosinistra potrebbe affidare alle primarie la scelta del proprio candidato, forse a ottobre. Girano molti nomi, da Roberto Morassut alla moglie del ministro Dario Franceschini (e consigliera regionale) Michela De Biase, dalla presidente del municipio I Sabrina Alfonsi, fino a Giovanni Caudo, presidente del III, e al capogruppo dem in Campidoglio, Giulio Pelonzi.
Da depennare dalla lista quello di Calenda, dunque, nonostante l’eurodeputato e fondatore di Azione confermi sia l’interesse per la Capitale sia l’opinione sulla sindaca M5S che, da tempo, sta valutando se ricandidarsi (da grillina o da civica appoggiata dal Movimento). «Che Raggi sia una totale incapace lo dicevo due anni fa e oggi credo sia provato oltre ogni ragionevole dubbio», dice prima di indicare in «un termovalorizzatore moderno e una discarica d’appoggio» le sue soluzioni per una delle piaghe di Roma: i rifiuti.
Qualche giorno fa Calenda aveva fatto i suoi nomi ideali, quelli di Walter Tocci e Enrico Letta, per risollevare la città dalla crisi. «Se ci sarà un candidato forte io lo supporterò in tutti i modi», dice l’ex titolare del Mise. Poi spiegare la sua posizione sulle primarie Pd: «Io non sono contrario per principio alle primarie. Dico solo: non state a ragionare sulle primarie per i prossimi 8 mesi e ragionate anche su quello che va fatto, sennò finisce che si concentra tutto sulle primarie e nulla su quello che va fatto per Roma». Anche nel centrodestra sono iniziate le grandi manovre per la corsa al Comune di Roma. Il leader della Lega Matteo Salvini ha dato il via virtuale alla campagna elettorale domenica all’Eur, ma il nome del candidato ancora non è saltato fuori. Si sa che potrebbe essere un civico, chissà se Giancarlo Cremonesi, ex presidente di Acea e Camera di Commercio. In alternativa si esaminano i candidati politici della coalizione: Giorgia Meloni ha chiarito che non correrà, ma resistono le quotazioni di Giulia Bongiorno (Lega), Barbara Saltamartini (Lega) e Fabio Rampelli (FdI).
Articolo a cura di Marco Luppi