MUSICA: Se pensate che il rock stia sparendo, gli Alphawolves potrebbero fare al caso vostro!
-Da quanto tempo esistono gli Alphawolves e chi sono i componenti della band?
Gli Alphawolves sono una band attiva dal Gennaio 2017, quindi all’incirca siamo ad un anno e mezzo di attività, anche se l’idea di metter su questo progetto è partita decisamente tempo prima.
Nella band ci sono io Daniele Tofani (Voce e chitarra), Marco Mantovani (chitarra), Yuri Santurri (basso) e Danilo Menna (batteria).
-Perché il nome Alphawolves?
I componenti che ti ho elencato sono stati l’ultima line up di un progetto precedente che si chiamava “Hopes Die Last” , durato circa dieci anni con il quale abbiamo fatto tour in ogni parte del globo e registrato due EP e due full length; volevamo onorare i dieci anni di carriera del progetto dando alla nuova band il nome dell’ultimo singolo di Hopes Die Last ossia ALPHAWOLVES.
Come a simboleggiare un punto di fine ed un punto di inizio nella maniera più assoluta.
-A quale genere musicale fate riferimento quando componete le vostre canzoni?
Non abbiamo un riferimento ben preciso a dire la verità, di solito veniamo ispirati da cose che ci accadono e ci circondano e quindi di conseguenza anche la musica che ascoltiamo.
Ognuno di noi ha un background personale differente dall’altro con il rock come punto comune e quindi spesso ci lasciamo trasportare e contaminare da svariate influenze.
-Secondo voi, nel mondo della musica conta di più la fortuna o la bravura?
Se mi parli di Music Business vorrei tanto dirti che conta di più la bravura ed in tantissimi casi è così ma spesso e volentieri più che la fortuna contano i soldi.
-“Alcuni dicono che il mondo finirà nel fuoco ma per voi è già morto.” Perché nella canzone “End in fire” dite questa frase?
La prima parte della frase è una citazione tratta da una poesia di Robert Frost e la seconda parte rappresenta a pieno il senso di alienazione che si annida dentro i nostri testi, è una sorta di specchio di come viviamo il periodo storico in cui siamo e di conseguenza un inno nichilista a tutti gli effetti.
-Sappiamo tutti ormai che il mondo della musica è un mondo difficile, cosa pensate dell’industria discografica di oggi?
Di sicuro non è mai stato un mondo facile.
Quello che noto è che il rock in particolare sta attraversando probabilmente il periodo più cupo si sia mai visto; i giovani d’oggi imparano molto più velocemente a produrre un pezzo elettronico su un software audio piuttosto che imbracciare una chitarra ed imparare a suonarla.
L’interesse generale per il rock sta calando e le etichette discografiche si concentrano su altro.
Da buon sostenitore del rock’n’roll mi auguro vivamente sia solo una fase e che ci siano nuove leve che riaccendano un barlume di speranza alla fine del tunnel.
-Avete dei progetti futuri? Qualche live/cd in arrivo per l’anno che viene?
Abbiamo appena finito il master del nostro disco d’esordio che si chiamerà’ “Refuge” e conterrà 10 tracce.
Dobbiamo ancora fissare una release ufficiale ma nel frattempo stiamo preparando qualche sorpresa live e siamo già in fase di scrittura per nuovi pezzi quindi un periodo abbastanza pieno, ci sarà’ da divertirsi.
Articolo a cura di Martina Nardoni