CISL MEDICI LAZIO: Inviato atto di diffida alla Regione Lazio
Nella giornata di oggi 17 marzo la Cisl medici Lazio ha inviato un atto di diffida nei confronti della Regione Lazio.
La CISL MEDICI LAZIO, dopo avere invitato la Regione Lazio a garantire il rispetto della normativa sulla sicurezza del personale (D.Lgs. 81/2008[3]) anche con l’adeguata fornitura di DPI idonei a ridurre il rischio di contagio a carico degli operatori sanitari ha inviato stamane un atto di diffida.
In un precedente comunicato la Cisl Medici Lazio aveva scritto che “le Aziende Sanitarie hanno il dovere di garantire le persone malate ma anche il proprio personale ancor più oggi che la battaglia contro il COVID-19 si prospetta lunga e diventa sempre più dura in termini di morbilità e di
mortalità. Quello che chiedeva il Sindacato nella richiesta precedente, era di garantire l’adeguata fornitura di DPI FFP2 e/o FFP3 nonché di guanti, visiere e sopracamici a tutti gli operatori sanitari e a rendere obbligatorio l’uso di maschere FFP3 a tutti gli operatori preposti a procedure che possano determinare la generazione di aerosol.
“Se è logico intervenire con ogni mezzo a disposizione per aumentare i posti di terapia intensiva cerchiamo poi di non trovarci con personale in numero insufficiente ad assistere i malati perché a propria volta contagiato”- dicono dalla Cisl Medici del Lazio
Oggi, a fronte del persistere della assenza di confronto da parte della regione con i sindacati della categoria medica, la Cisl Medici ha dovuto mettere un punto fermo perchè non è logico proteggere in maniera inadeguata medici ed infermieri in servizio, e dunque con importante esperienza, e poi emettere bandi per reperire in urgenza personale poco esperto, ammesso ovviamente di riuscire a trovarlo tra le pastoie burocratiche che da troppo tempo frenano l’Italia.
La redazione