PELLE
“Pelle” racconta la storia di diversi personaggi, caratterizzati per il possedere una sfumatura di anomalia, alle prese con un mondo in cui apparentemente il diverso e il normale convivono.
Lungometraggio di Eduardo Casanova del 2017 è stato presentato in anteprima mondiale alla 67a edizione del Festival Internazionale del cinema di Berlino, per poi uscire nell’estate dello stesso anno nelle sale spagnole. In Italia è disponibile nel catalogo di Netflix.
Un debutto con i fiocchi quello di Casanova che riesce a narrare in modo originale la tematica della diversità. Casanova non si risparmia nulla e il suo punto di vista è chiaro e forte sia nella sceneggiatura che nella fotografia. Infatti, la camera non ha bisogno di esercitare particolari virtuosismi, basta la sola coloring a comunicarci l’orrore e le contraddizioni della società. Insieme al montatore, Juanfer Andrés, sceglie l’utilizzo di colori freddi e pastellati (rosa, lilla, azzurro), un richiamo al mondo dell’infanzia e delle fiabe, opposto alla crudeltà delle azioni dei nostri protagonisti.
Un cast eccezionale che è riuscito a performare la significativa caratterizzazione concepita da Casanova. Questi personaggi hanno non solo una forte personalità, ma spesso anche una forte rilevanza fisica. Samantha ha una faccia da deretano – letteralmente -, Laura è nata senza occhi, Ana con una malattia che le deforma il viso, Guille è stato vittima di un incendio. Questo ci conduce al reparto make-up ed effetti speciali che ha fatto un lavoro importante.
La storia è profonda e intreccia le vite dei suoi protagonisti fra passato e presente. Nonostante questo, il film è facile da comprendere e tutti i punti di svolta sono coerenti ed esaustivi. Èuna trama che colpisce con forza la sensibilità dello spettatore tramite l’assurdità visiva e l’impatto emotivo. Ci vengono mostrare delle situazioni normali, ma l’impianto narrativo si carica di black-umor condito da dialoghi che sono un pugno dritto alla bocca dello stomaco.
Ogni arco narrativo dei personaggi racchiude in sé una differente sfumatura della diversità, scritta e mostrata con enorme sapienza e sensibilità che è impossibile non riflettere e non commuoversi di fronte a tale delicatezza.
Assistiamo alla straziante lotta dei personaggi per trovare il proprio posto all’interno della società, andando contro a stereotipi e a quel contraddittorio perbenismo per cui il “freak” viene considerato forzatamente normale. Il punto di “Pelle” è che seppure si siano fatti enormi passi in avanti riguardo al giudizio fatto nei confronti del diverso, il percorso è ancora lungo. La sensibilità, la capacità del non “etichettare” e l’astenersi dall’esprimere sentenze non è stata ancora raggiunta. Rientra il tutto nel paradosso della libertà di espressione. E’ vero, siamo liberi di esprimere il nostro pensiero, ma fin dove possiamo spingerci? Qual è il confine fra la mia libertà e quella altrui?
L’amore. La lotta termina grazie alla risoluzione dell’amore verso se stessi e verso il prossimo. Ogni azione è guidata da questo sentimento e l’happy ending può essere raggiunto, proprio come nelle favole. Certo, non sempre come queste ci propinano, perché ci sono personaggi (e persone) come Ana e Christian che non lo fanno in maniera “tradizionale”, ma lo fanno tramite un percorso di sofferenza e di scelte profonde ed estreme.
“Pelle” è un film di cui avevamo bisogno, una voce forte e originale che è necessario ascoltare per riflettere e crescere personalmente. Film consigliatissimo.
Voto: 10/10
Articolo a cura di Sara Paterniani