SPALLANZANI ROMA, EQUAZIONE ORMAI ASSODATA: IN TERAPIA INTENSIVA (SOPRATTUTTO) I NON VACCINATI

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È ormai da tempo che si cerca di sensibilizzare il più possibile la popolazione affinché questa si sottoponga alla somministrazione del vaccino per il virus che ha completamente plasmato la vita di tutti, il covid-19. Dopo un periodo di “quiete”, il maremoto virale sta pian piano re-inondando le sale ospedaliere. Dall’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani continuano ad arrivare dati a dir poco temibili: “L’82% dei nostri pazienti in terapia intensiva non è vaccinato”. Per quanto il campione sia ridotto, basato solo sui pazienti ricoverati allo Spallanzani, l’istituto romano ha reso noto in un grafico cosa significa essersi sottoposti a due dosi e quali rischi invece si corrono a non essere vaccinati. “Sono ricoverati in regime di ricovero ordinario 110 pazienti positivi al tampone per la ricerca di Sars-CoV-2” (mentre l’altro ieri erano 114) “di cui 7 in via di dimissione”, ma sono “17 i pazienti in terapia intensiva” (+2, quindi, rispetto al 19 agosto). Questi dati valgono come ultima statistica dell’Istituto capitolino.Analizzando più attentamente la situazione infettiva attuale: “I pazienti dimessi e trasferiti a domicilio o presso altre strutture territoriali sono a questa mattina 2.981”. Numeri che spiccano per la pericolosità di un ritorno alla situazione precedente. Quanto allo stato vaccinale dei pazienti ricoverati attualmente in terapia intensiva, lo Spallanzani spiega che del 94%, l’82% non è vaccinato, mentre il restante 12% ha ricevuto unicamente la prima dose. Solo il 6% risulta vaccinato a ciclo completo.

Con la speranza che questo scenario possa sensibilizzare più che mai coloro che ancora provano paura o sfiducia nei confronti dei vaccini, unici antidoti funzionali, e soprattutto che questi dati non sbalzino da un momento a un altro, la cosa su cui è necessario lavorare maggiormente è sensibilizzare, premere sulla circolazione di dati certi, azzerare quanto più possibile fake news, diramare nel verso giusto la scienza e la sua incredibile fonte di salvezza, mettere davanti la realtà dei fatti in concreto affinché accresca la consapevolezza che ognuno di noi è responsabile non solo della propria salute, ma anche di quella degli altri. 

Non si tratta di dittatura ma di impegno civile, e voglia di vincere contro un nemico che invisibile non lo è mai stato. Poiché la libertà che tutti meritiamo la si raggiunge solo combattendo il virus, e non il suo antidoto maggiore.

Articolo a cura di Alessandro Bonetti

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