Cosa è il complesso di Cenerentola?
Porta il nome di una delle principesse più amate e conosciute ma in realtà potrebbe avere il nome di una qualsiasi delle principesse più famose delle fiabe. Questo complesso nasce – come il più famoso complesso di Edipo – durante l’infanzia e può compromettere le relazioni personali e di coppia che si instaureranno nel futuro.
Non è una brutta idea dire alle proprie figlie che sono le principesse di casa, perché in realtà lo sono. L’assunto che però potrebbe causare problemi è farle crescere facendo passare loro il messaggio di dover stare sedute ad attendere l’arrivo del Principe Azzurro, come succede nella favola di Cenerentola.
Il Complesso o Sindrome di Cenerentola fu studiato per la prima volta da Colette Dowling, che ha pubblicato un libro intitolato “Il complesso di Cenerentola: la segreta paura delle donne di essere indipendenti”. Si può dire che alla base di questo complesso vi è il desiderio incosciente delle donne di avere accanto qualcuno che le protegga e che si prenda cura di loro, abbandonando le proprie passioni, i propri interessi e le proprie attività.
È chiaro come molte donne pensano che ciò sia un attacco all’essenza femminile che deve essere indipendente in tutto ciò che fa, mentre altre pensano che non sia così male se è l’uomo, per esempio, a provvedere economicamente per la famiglia, mentre loro si dedicano alla cura dei figli e della casa. Perché allora il Complesso di Edipo risulta essere così negativo? Prima di tutto, questo complesso rende la donna di essere ‘incapace’ di sviluppare le abilità che superano l’idea classica della cura della casa e dell’educazione dei figli. Quando ci si sposa, entrambi i coniugi hanno il diritto di continuare a combattere per raggiungere i propri obiettivi e sogni individuali. La sindrome di Cenerentola suggerisce che ciò non sia così, poiché la donna deve restare a casa, “protetta” dal proprio marito. Il complesso di Cenerentola è negativo perché non permette alla donna di raggiungere i suoi obiettivi personali: ciò le trasforma in personaggi sfortunati, depressi, rassegnati e frustrati.
Quale sarebbe allora il modo affinché questo complesso non insorga? Se si è genitori di figlie è consigliato infondere loro il potere dello studio e della preparazione: questo insegna loro che è necessario acquisire certe conoscenze e una esperienza lavorativa prima di sposarsi e formare una famiglia. Se si è genitori di figli maschi è importante abituarli a contribuire alle faccende domestiche così da ridurre ai minimi termini le classiche stereotipie di “lavori da donne” imposte dalla società.
Articolo a cura di Rosario Cassaniti