Morbo di Alzheimer
Il morbo di Alzheimer è la più comune forma di demenza. È una sindrome degenerativa che comporta una graduale e non reversibile perdita delle funzioni esecutive; si sviluppa tipicamente durante l’età avanzata ma può colpire anche individui giovani tra i 30 e i 60 anni (assumendo così il nome di Alzheimer ad esordio precoce o Alzheimer giovanile).
Nel 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che in tutto il Mondo i malati di demenza erano 50 milioni circa.
Questa sindrome è nota per causare deficit di memoria, problemi a livello fonologico, cambiamenti di personalità, mancanza di iniziativa, confusione, perdita della capacità di ragionamento e di giudizio. Le cause del morbo di Alzheimer sono ancora davvero poco chiare. Al momento si ritiene che all’origine della malattia ci sia una combinazione di vari fattori tra cui la genetica, i fattori ambientali, l’ereditarietà e lo stile di vita. Nei pazienti affetti da Alzheimer vi è una progressiva morte delle cellule nervose cerebrali; questo fenomeno comporta che i sintomi che ne derivano sono programmati a peggiorare in modo graduale ed inesorabile.
L’Alzheimer porta alla morte quando raggiunge la sua massima evoluzione, quindi quando ha compromesso in maniera seria le facoltà cognitive e non solo. La causa principale di morte è riscontrabile nelle complicanze respiratorie causare dalle polmoniti da inalazione che il malato tende a sviluppare per via dei problemi di deglutizione.
Le manifestazioni tipiche che ne caratterizzano l’esordio riguardano piccoli problemi di memoria a breve termine, aprassia (ovvero l’incapacità di compiere azioni comuni come il fischiettare), cambiamenti di personalità, assenza di giudizio, afasìa (ovvero difficoltà di linguaggio), acalculia (difficoltà di calcolo). Il paziente in genere dimentica eventi o conversazioni a cui ha partecipato recentemente, smarrisce oggetti, non ricorda i nomi di luoghi e cose, fatica a riconoscere oggetti o cose che prima invece gli erano familiari. La fase intermedia di questa malattia è caratterizzata da un peggioramento dei sintomi iniziali. La fase finale invece corrisponde al momento in cui il quadro sintomatologico peggiora ulteriormente e diventa così incompatibile con una vita normale. Le capacità cognitive sono quindi compromesse, dimostrato dal grado di severità raggiunto dai deficit di memoria e dalle difficoltà di linguaggio.
Per l’individuo che sia in età avanzata, mostrare qualche amnesia in più o riscontrare insolite difficoltà di calcolo o di linguaggio deve rappresentare un campanello d’allarme tale da indurre a consultare un medico e a richiedere il supporto dei familiari.
Articolo a cura di Rosario Cassaniti