L’attenzione e le caratteristiche del deficit.
Negli articoli precedenti sono stati analizzati tutti quei processi che caratterizzano il processo attentivo delle persone. Si è visto come il funzionamento psicologico che si innesca con il sopraggiungere di un determinato stimolo, porta alla messa in atto di determinati comportamenti o modi di essere. Cosa succederebbe, però, se quelle stesse richieste d’attenzione non fossero, o meglio, non riuscissero ad essere soddisfatte?
In altri termini: cosa comporta il deficit d’attenzione? Quando si parla di disturbo da deficit di attenzione o di ADHD (attention deficit hyperactivity disorder) ci si riferisce ad un disturbo del neurosviluppo caratterizzato dall’incapacità del soggetto di soddisfare le richieste o di seguire regole precise. Questo disturbo è spesso accompagnato da iperattività e impulsività; si manifesta generalmente quando la richiesta d’attenzione si focalizza verso un compito specifico.
La mente dei soggetti con ADHD è talmente attiva che non facilita “l’atto dell’iniziare e del portare a termine un dato compito” perché nel mentre è attirata da tantissimi altri stimoli che annullano la capacità selettiva del soggetto. La difficoltà maggiore si evidenzia nel cogliere i particolari i quali, per loro natura, richiedono un’osservazione attenta.
Uno dei comportamenti da adottare nel caso ci di debba relazionare con tali soggetti riguarda l’approccio empatico. Il messaggio da trasmettere è quello dell’accettazione del disturbo in modo che questo non sia recepito come un deficit, ma semplicemente come una caratteristica particolare della persona che, in quanto tale, la rende unica.
L’attacco e la recriminazione di una richiesta che il soggetto non può soddisfare porta infatti alla nascita del sentimento di frustrazione. La frustrazione appare come un ostacolo che la persona per quanto si impegni non riesce a superare ed, infatti, insieme ad essa spesso sopraggiunge la tristezza dell’avvenuto fallimento.
L’insieme di queste due componenti emotive, di conseguenza, influisce sullo sviluppo della personalità del bambino, o dell’adulto, che si trova a vivere costantemente situazioni sgradevoli. Una conseguenza, purtroppo, può essere il sopraggiungere di disturbi psicologici gravi come la depressione.
Questa è una tematica molto delicata che chiama in causa non solo processi psicologici, cognitivi, ma anche e soprattutto emotivi. In questo senso, allora, un buon approccio emotivo risulta essere la prima strada da seguire qualora si volesse aiutare questi soggetti.
Articolo a cura di Ilaria Genovesi