“L’importanza delle regole nel processo educativo. Intervista alla dottoressa Valentina Marcoccio, coordinatrice AIPD.”
Come si evince dal titolo, l’articolo di oggi è incentrato sull’importanza delle regole nel processo educativo. In tal senso ho svolto un’intervista alla dottoressa Valentina Marcoccio, educatrice e coordinatrice dell’Associazione Italiana Persone Down, sezione di Latina.
Valentina è una ragazza giovanissima che ogni giorno indirizze le sue energie verso i ragazzi con bisogni educativi speciali; i quali, grazie a lei, la maggior parte delle volte raggiungono la completa autonomia.
Ciao Valentina,
Raccontami un po’ di te e del tuo lavoro.
Ciao Ilaria, io mi chiamo Valentina Marcoccio e sono una fierissima educatrice.
La mia carriera è iniziata facendo l’animatrice a feste di compleanno ed eventi.
Riconoscendo una fortissima attenzione e passione per il mondo del sociale finito il liceo scientifico mi sono iscritta all’università. Ho studiato scienze dell’educazione all’universita Uniroma3, e ho continuato il mio percorso formativo partecipando a diversi corsi (lis,caa, stage teorici e pratici sul sostegno dell’autismo), ma ciò che più di tutto mi ha insegnato ad amare il mio lavoro è stata l’esperienza sul campo, iniziata da subito.
Io lavoro nell’ambito associazionistico, sono coordinatrice dell’AIPD di Latina, gestisco progetti educativi rivolti a persone con sindrome di Down e collaboro con altre realtà del territorio. La mattina mi dedico alla scuola, infatti, sono un’assistente alla comunicazione nella scuola primaria e ho in carico 2 bambini autistici.
Sei la coordinatrice della sezione AIPD di Latina, cosa vuol dire per te avere delle regole?
Credo che le regole siano quegli elementi in grado di rendere più semplice l’inclusione e determinare la parità delle persone. Le regole sono legate all’educazione e, anche se spesso si attivano processi educativi complessi, il fine è sempre quello di insegnare alle persone con bisogni educativi speciali che la loro esistenza è necessaria ed essenziale affinchè essi siano, senza alcuna distinzione rispetto agli altri, delle brave persone.
Credo, inoltre, che sia fondamentale la contestualizzazione della regola, per renderla più facilmente accessibile e comprensibile.
Nei casi più difficili…..le regole possono essere anche“concordate” con la persona al fine di condizionarne l’accettazione.
Conta il risultato….di mezzi ne esistono sempre molti!
Pensi sia giusto fornire ai ragazzi (in generale) dei punti di riferimento, anche se questi, alle volte, possono essere percepiti come ostili?
Credo che sia fondamentale fornire ai ragazzi dei punti di riferimento. L’ostilità a volte può dipendere dalla non-accettazione della regola facilmente legata alla poca comprensione di essa, é importante creare un rapporto basato su fiducia e verità e avere tanta tanta pazienza nel ripetere e ribadire le regole e la loro importanza.
Sapresti indicarmi una metodologia, o comunque un approccio, che porti il ragazzo alla comprensione della regola?
Scavando nella pedagogia e nella storia educazione esistono molteplici metodologie e approcci che hanno lavorato sull’apprendimento delle regole. Io sono molto pragmatica ed il pramatismo è una corrente filosofica fondata sulla connessione tra conoscenza e azione: è necessario fare esperienza delle regole affinché possano veramente essere comprese. Spiegarne la teoria senza esercitare la pratica rimane un concetto astratto che porta scarsi risultati. Ho sperimentato approcci diversi e continuerò a farlo, ma il più utile fino ad ora si è dimostrato il “non fare agli altri ciò che non vuoi che sia fatto a te”: faccio vivere alla persona cosa comporta il mancato rispetto della regola e poi spiego l’importanza del rispettarla, così si arriva a comprendere davvero il valore delle regole sociali.
Ragionando sulla società in generale, pensi che venga dato il giusto peso all’importanza delle regole nell’educazione?
Leggo spesso che la società moderna, i bambini ed i giovani vivono in una povertà educativa; mi guardo intorno, mi ritrovo in situazioni in cui vivo una superficialità educativa, io non la chiamerei povertà. L’educazione ed il rispetto verso l’altro é un concetto che va mantenuto e va insegnato ai giovani e credo che dobbiamo impegnarci, genitori in primis, ad avere un atteggiamento più consapevole, solido e lungimirante: i giovani di oggi saranno gli adulti di domani, ed il mondo si merita adulti rispettosi delle regole, degli altri e degli ambienti che frequentano.
Io sono positiva e fiduciosa!
Articolo a cura di Ilaria Genovesi