Il docente, l’alunno e la relazione educativa
Dopo una piccola parentesi orientata alla storia della psicologia, che ha visto come protagonisti principali Howard Gardner e Daniel Goleman, è lecito spostare il discorso da un impianto prettamente teorico ad uno più pratico.
Il fulcro della questione continua ad essere l’emozione, ma, mentre negli articoli precedenti questa è stata analizzata nelle sue singole componenti, nello scritto di oggi appare funzionale per comprendere lo stretto rapporto che lega l’insegnante ai suoi alunni.
In questo senso si parla di relazione educativa.
La relazione educativa si esplica come il rapporto di reciproco arricchimento che si sviluppa tra un educatore e un educando. La stessa è generatrice di conoscenza in quanto permette di creare esperienze formative che vanno ad incrementare quel bagaglio di conoscenze necessario, al bambino quanto all’adulto, per affrontare le diverse situazioni della vita.
Alla base della relazione educativa si pongono tre elementi portanti.
Il primo include le caratteristiche della personalità del docente. Le stesse sono parte di un circuito chiuso (insieme ai tratti della personalità degli alunni e del contesto socio-ambientale della scuola,) che permette una reciproca influenza delle sue componenti. In relazione a ciò alcuni studi hanno dimostrato che alcune caratteristiche della personalità aumentano l’efficacia didattica; tra queste vi sono, ad esempio, l’empatia, la creatività e l’apertura mentale.
Il secondo riguarda la comunicazione. Il termine comunicare deriva dal latino communicare, (derivato di communis, dunque: comune) e, tra i suoi molti significati, vuol dire rendere noto. In un rapporto educativo l’atto comunicativo è intenzionale e responsabile in quanto permette al docente, portatore di conoscenza, di rendere noto il proprio sapere agli alunni grazie ad un interscambio attivo con gli stessi. L’insegnante deve comunicare con chiarezza, passione e brevità il messaggio che vuole trasmettere ai suoi studenti, ascoltando le loro richieste ed i loro bisogni.
L’ultimo elemento riguarda la formazione culturale e professionale del docente, oltreché le metodologie che utilizza. In primo luogo è molto importante per l’insegnante possedere unasolida conoscenza dell’argomento da trattare. La stessa, infatti,agevolerà la comunicazione con gli alunni rafforzando, allo stesso tempo, anche la sfera motivazionale degli stessi.
Per quanto riguarda, invece, le metodologie queste devono essere in grado di rispecchiare i bisogni e le esigenze degli alunni, ponendosi come punto di partenza per l’attuazione di un insegnamento attivo.
L’analisi di una piccola parte del vasto mondo che caratterizza le relazioni educative permette di comprendere quanto sia complesso e delicato l’insegnamento. Lo stesso richiede, infatti, una grande dose di attenzione in quanto tocca aree della persona che si esplicitano a livello cognitivo, emotivo e personale. Riuscire a scoprire cosa c’è al di là dell’ insegnante può aiutare sicuramente ad apprezzare di più questa figura professionale.
Articolo a cura di Ilaria Genovesi