Prove di ripartenza in sicurezza per lo sport
Sviluppato, e consegnato al ministro dello Sport, uno studio che contiene le linee guida dedicate a tutte le discipline sportive
Dopo circa due mesi di stop forzato il mondo dello sport continua ad interrogarsi su come uscire dall’emergenza Coronavirus ed in che modo gestire tutto ciò che ne conseguirà. Posto che vi sono la maggior parte delle discipline che hanno “congelato” l’attuale stagione agonistica e pensano a come affrontare la prossima, ve ne sono alcune che vogliono riprendere quando sarà possibile per salvare il salvabile, ed altre (il calcio professionistico in primis) che stanno facendo di tutto per portare a termine la stagione in corso.
Per aiutare il governo a districarsi meglio in questa complicata situazione il Politecnico di Torino, Coni e Comitato paralimpico hanno sviluppato uno studio, già consegnato al ministro dello Sport Spadafora, per consentire a tutte le discipline sportive (ed i relativi indotti) di affrontare al meglio l’emergenza in atto. “Lo sport riparte in sicurezza” è il nome del vademecum che fornisce le linee guida da seguire con lo scopo di salvaguardare atleti ed addetti ai lavori: in base ad esso sono, infatti, previsti allenamenti in gruppi chiusi, tamponi 48 ore prima di ogni gara, obbligo di mascherina e distanziamento sociale in panchina. Ogni disciplina, inoltre, è stata inserita all’interno di una classe di rischio (una classificazione analoga a quella prevista per le attività economiche) e ci saranno da seguire delle indicazioni per ridurre il pericolo di contagio; per ogni disciplina sono previsti degli indicatori ai quali assegnare un grado di rischio che va da 0 (rischio inesistente) a 4 (rischio elevato). Secondo tale studio gli sport di squadra hanno ovviamente un tasso di rischio medio-alto. Insomma, il mondo dello sport sta cercando di trovare le giuste contromisure per tornare a “correre” quanto prima ed allo stesso tempo imparare a convivere con un nemico che ci farà compagnia ancora per diverso tempo. In una situazione del genere è inevitabile che ci siano comportamenti discutibili e grandi polemiche mosse dagli ingenti interessi economici esistenti i quali spesso prendono il sopravvento anche rispetto a questioni legate all’emergenza sanitaria. In circostanze come queste, quando in ballo ci sono la salute e la “sopravvivenza economica” il confine è talmente labile che determinare quale sia la cosa giusta da fare diventa davvero complicato e spesso a regnare è la confusione.
Articolo a cura di Diego Rocci